Europa dell’Est 2006

La prima volta oltre cortina

Brescia Trieste Ljubljana Budapest

Krakow Warszawa

 

 


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Premesse/Introduction

 

“Djen dobre”, ovvero “buongiorno” in polacco.

I paesi dell’est europeo mi hanno sempre affascinato, per cui ho deciso di pianificare il mio primo viaggio in autonomia attraverso questa parte del nostro continente. Dopo lunghi studi delle cartine, il vaglio di varie opzioni e alternative, è venuto fuori il percorso definitivo, di circa 2000km. Non nascondo che inizialmente questa cifra mi aveva un po’ spaventato. Il viaggio sul Danubio (900km inclusi alcuni spostamenti locali) era durato poco più di una settimana, e a dire il vero mi era sembrato che fosse finito troppo presto, però il numero tondo 2000 era proprio grande. Temevo di voler fare il passo più lungo della gamba.
Non è stato così. Dopo le prime tre tappe un po’ tirate e un giorno di sosta a Ljubljana, il viaggio si è snodato senza interruzione fino alla meta, senza bisogno di altri giorni di riposo. Ogni sera bastava una doccia per sentirmi perfettamente fresco e il giorno dopo si ripartiva senza problemi. Non esagero se dico che avrei potuto continuare indefinitamente (o almeno, questa era la sensazione).

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Il percorso segue il corso di alcuni fiumi. La Sava e la Savinja in Slovenia, il Vah in Slovacchia, la Vistola il Polonia. Per attraversare la Slovacchia ci sono probabilmente itinerari più belli che però avrebbero comportato l’inerpicarsi sui Carpazi, che raggiungono quote ragguardevoli. Montagne che fatte con la bici scarica sono sicuramente abbordabili senza alcuna difficoltà, ma non me la sentivo di rischiare di non farcela con 8kg di bagagli. A cose fatte posso dire che le salite le ho dovute fare comunque e che probabilmente avrei fatto anche quelle senza grossi problemi (ho visto gente salire sul passo del Brennero con due borse davanti e due dietro, e non erano superman, per cui si può fare).
In generale il viaggio è stato volutamente pensato per essere lontano dagli itinerari turistici più battuti. A parte le città, Lijubljana, Budapest, Cracovia e Varsavia, scelte per avere dei punti fermi che dessero forma al percorso, il lago Balaton (che mi ha sempre incuriosito) e Auschwitz, per il resto ho viaggiato per strade e luoghi più o meno sconosciuti passando per città e villaggi “qualsiasi”, che mi permettessero di conoscere la vera essenza dei Paesi attraversati. La gente comune incontrata in tanti posti “qualsiasi”, con cui a volte ho avuto l’occasione di scambiare qualche parola, mi ha comunicato il sapore della vita che ciascuno di loro conduce, che può essere bella o meno bella, ma sicuramente è un sapore più vero di quello che si può percepire con un tour organizzato.

Il viaggio tocca sei Paesi (inclusa l’Italia), e di ciascuno c’è solo un “assaggio”. (in particolare solo 10km in Rep. Ceca). Un percorso che attraversi più compiutamente ciascuno dei quattro stati richiederebbe un viaggio a parte per ogni nazione, o qualche mese di vacanza, che difficilmente potrò mai avere (prima della pensione…). Non è una questione di distanza, ma di tempo necessario a percorrerla.

E’ stato un viaggio alla scoperta di un mondo diverso dal nostro, di luoghi belli e brutti, di gente nuova, di lingue nuove. 2110km spesso molto duri, molti su strade solitarie, immerse nel verde e nel silenzio.

East European countries have always fascinated me, so I decided to plan my trip in this part of our continent. After long maps studies, options evaluation and alternatives, I got the definitive path, about 2000km. I don’t deny I was afraid of this figure at the beginning. The Danube trip (900km included some short local transfers) took just a week or little time more, actually I felt it too short, but 2000 seemed really big. I was afraid I was not able to afford it.
After the first 3 stages with some effort and a rest day in Ljubljana, I realized that my doubts were not justified. I run without stop until my target, without needing any rest day more. Every night a shower was enough to feel perfectly and every day I started cycling without problems. I’d say I could have continued indefinitely (at least this was the feeling).
The road follows the path of some rivers. Sava and Savinja in Slovenja, Vah in Slovakia, Wisla in Poland. To pass through Slovakia there are maybe more beautiful roads but they need to ride over Carpatian mountains, that may be rather high. Such mountains are nothing particular riding a bike without bags, but I was afraid of transporting 8kgs of bags over such difficult tracks, so I chose an easier path. Right now I can say that I had anyway to run over quite hard and unexpected mountains and hills in other parts of my trip, so I could have likely run over them without problems as well.

In general the trip has ben planned to get off the usual touristic travelpaths. Apart cities – Ljubljana, Budapest, Krakow and Warszawa, chosen to have some milestones giving a shape to the path, the Balaton lake (that always wondered me) and Auschwitz, the rest of the trip has been covered along unknown roads and through places that allowed me to know the real taste of each country. Common people met in many “normal” places, with whom I had the opportunity to have some talk, gave me the true feeling of everyday life. It may be nice or not, but it is for sure much close to real life than what you can feel travelling by enjoying the usual touristic trips.

The trip runs through four countries, as just tasting the places visited. A more complete visit through each country would require a travel by itself. It’s not a matter of distance, but just time available.
I discovered a world quite different than the one I’m used to, beautiful nature, new people, new languages. 2110km, often very hard, usually on lonely and silent roads.

Allenamento/Training

Il timore reverenziale per il numero 2000 mi ha portato a prepararmi seriamente per il viaggio. Non dico di aver fatto la vita dell’atleta nei mesi precedenti, ma sicuramente mi sono allenato con scrupolo. L’allenamento vero è proprio è potuto iniziare solo quando sono finite le glaciazioni del 2006 (abbastanza tardi, intorno ad aprile-maggio); ho cercato di sfruttare ogni fine settimana, l’ultimo mese spesso anche il pomeriggio dopo il lavoro, totalizzando, da metà aprile fino alla partenza, circa 2000km e un certo numero di salite delle mie parti, tra cui la mitica Valcava.

The big number 2000 pushed me to train very seriously before the trip. The actual training began at the beginning of Spring 2006; I tryied to use all my free time and weekends, the last mont often few hours after working hours. Before leaving I had run for about 2000km and some mountains around my place.

 

Tappe/Stages

 

Il viaggio è durato 17 giorni, di cui uno solo di riposo, a Ljubljana. La tabella riporta le località di partenza e arrivo di ciascuna tappa, la lunghezza della tappa, i km totali, il tempo in corsa (cioè escluse le soste), la velocità media, il dislivello totale e le condizioni meteorologiche della giornata. La lunghezza della tappa comprende eventuali deviazioni e la strada impiegata alla ricerca di un alloggio e altre cause che ne possono aver aumentato la lunghezza rispetto alla semplice distanza tra partenza e arrivo. Il link sulla località di partenza porta alla descrizione della tappa corrispondente.

The trip took 17 days, one of them day rest in Ljubljana. The following table reports starting and arrival place, lenght and total mileage, running and effective time (i.e. stops included), average speed, height and weather conditions.

Data

Date

Partenza

Start

Arrivo

Arrival

Km Tempo

Time

Media

Avg

Disl.

Height

22/7 Brescia Castelfranco
165 7:27 22.2 419
23/7 Castelfranco
Monfalcone 158 7:16 21.2 210
24/7 Monfalcone Brezovica (SLO)
132 7:23 17.8 1133
25/7 Brezovica – Ljubljiana (riposo) Zagorie ob Savi 6+57 2:41 21.4
26/7 Zagorie ob Savi Moravci 135 7:00 19.3 1022
27/7 Moravci Keszthely (HU) 143 7:08 20.0 634
28/7 Keszthely Velence 172 8:14 20.8 862
29/7 Velence Many 118 6:36 17.9 724
30/7 Many Kolárovo (SK) 90 4:50 18.6 432
31/8 Kolárovo Piešťany 97 4:44 20.6 334
1/8 Piešťany Žilina 140 6:27 21.7 515
2/8 Žilina Wisła (PL) 84 4:53 17.3 821
3/8 Wisła Oświęcim 78 4:05 19.1 709
4/8 Oświęcim Opatowiec 138 6:04 22.8 700
5/8 Opatowiec Sandomierz 99 4:49 20.6 391
6/8 Sandomierz Zwoleń 132 6:41 19.7 694
7/8 Zwoleń Warszawa 164 7:22 22.3 444

 

10 parole di…/10 words in…

Un problema non da poco è quello della comunicazione con la gente del luogo. Chi gestisce o lavora in un albergo generalmente conosce almeno l’inglese (ma non è detto…), può invece non essere facile comunicare con l’uomo della strada. In Slovenia l’inglese è abbastanza diffuso, soprattutto tra i giovani. In Ungheria e Slovacchia è stato più frequente parlare in tedesco, con giovani e meno giovani. In Polonia il tedesco è pressochè sconosciuto, forse per motivi storici, e anche trovare qualcuno che parlasse inglese non è stato facile, tranne che a Varsavia. Per il resto mi sono arrangiato imparando qualche parola chiave per la sopravvivenza stradale e alimentare, che riporto in una tabella abbastanza incompleta, ma potrebbe servirvi se per caso voleste seguire le tracce dei miei pneumatici.

La tabella non comprende l’ungherese, che è una lingua veramente inimmaginabile, di cui ho imparato (circa) solo quattro parole:

  • etterem: ristorante;
  • vendeglò: esattamente non l’ho capito, ma deve avere a che fare con alberghi o pensioni;
  • panziò: pensione;
  • eladò: non vi servirà a niente ma l’ho letta su una gran quantità di case e dovrebbe significare “vendesi”.

A not negligible problem is communicating with local people. People working in hotels usually know English (but be not so sure of that…). Talking with people met on the road may be a real problem. Slovenian people usually know English, especially young people. In Hungary and Slovakia I used German more often than English.
In Poland the German language is almost unknown and people met in the countryside villages (included young) hardly ever speak English. The same also in some small hotels/pensions. That’s why I tryied to find a solutions learning some keywords useful for road and food survival. I report such small dictionary in the below table.

The table does not include Hungarian language. It is something really incredible and I learnt (more or less) only four words:

  • etterem: restaurant;
  • vendeglò: didn’t understand exactly, but it must have to do with hotels;
  • panziò: pension;
  • eladò: you won’t probably need it, but I read on many buildings and means “on sale”..
Italiano English Sloveno

Slovenian

Slovacco

Slovak

Polacco

Polish

buongiorno good morning dober dan dobrý deň djen dobre
buonasera good evening dober večer dobrý večer dobry wieczov
si yes ja áno tak
no no nie nie nie
un’informazione prego… an information please… proszię o informacje…
la strada per…? the road to …? kako pridem do…? droga do…?
destra right desno pravo prawo
sinistra left levo ľavo lewo
sempre dritto straight naravnost naprej prosto
grazie thank you hvala ďakujem dziękuję
prego your’re welcome prosim proszię
acqua water voda woda woda
latte milk mleko mlieko mleko
frutta fruit owoc
miele honey miòd
negozio shop sklep
hotel/pensione hotel hotel/gostišče-penzion hotel pensionat
camera room sobo izba pokoje
ristorante restaurant restavracija, gostilna reštaurácia restauracja
Conclusione/Conclusion

Qualche numero per finire:

Distanza totale percorsa: 2110km.
Il dislivello totale superato è stato di 10044 m.
Sono dimagrito di circa 6kg dall’inizio dell’allenamento (più di 3 solo durante il viaggio).
La bicicletta si è comportata benissimo, nessun problema meccanico, ad eccezione della perdita per strada del fanalino posteriore che si è staccato su una strada polacca, immagino per le vibrazioni dovute all’asfalto dissestato, e dell’allentamento dell’attacco della borsa al manubrio, che gli ultimi due giorni si afflosciava sulla ruota anteriore. Tenuta in piedi con mezzi di fortuna, l’ho riparata a casa.

Total mileage: 2110km. Total height 10044m. No mechanical problems occured to the bike, unless the loose of rear lamp, probably detached for vibrations on a Polish road, due to bad asphalt conditions, and the front bag holder that got weak the last two days.

Foto album

beyond the Iron Curtain
Diario di viaggio giorno per giorno / Travelog day by day

1 – 22/7: Brescia – Castelfranco Veneto, 165km


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Verona

Verona

Partenza in treno da Bergamo, dove abito, per raggiungere Brescia. L’idea era di non spendere più di due giorni per arrivare al confine con la Slovenia, ma da BG sono 400km, per cui decido di accorciare leggermente le prime due tappe. Il treno ritarda di un’ora su un tragitto di 45 minuti, per cui iniziamo già bene. La partenza effettiva in bicicletta è alle 9:30. La giornata si preannuncia calda e manterrà la promessa: il caldo è veramente.esagerato, il termometro del mio ciclocomputer durante il giorno segnerà 50 gradi ma è esposto al sole per cui non vale, però rende l’idea; in realtà si raggiungeranno almeno i 35-37 gradi. A Verona leggerò al volo il titolo di un giornale locale esposto in un’edicola: “mai così caldo a Verona” (da non so quando) – aspettava me…

Percorro la SS11, è sabato mattina per cui il traffico è ridotto. Nelle vicinanze del lago di Garda si lascia la strada principale (che diventa una superstrada) per entrare nel centro di Desenzano e seguire la strada che costeggia il lago. Si ritornerà sulla SS11 senza altre deviazioni. A Desenzano la strada corre in prossimità del lago, enorme che sembra il mare, l’atmosfera è quella tipica delle località turistiche. La strada è bella fino a Verona, con leggeri saliscendi in Valpolicella dove passa in mezzo a vigneti e filari di alberi, con una lunga discesa prima di entrare in città. Poco dopo la fine del lago di Garda, nella zona di Cavalcaselle, c’è una bella fontana per fare uno stop.
Entro a Verona passando per il centro storico e per l’Arena. Foto e uno spuntino, poi proseguo seguendo la direzione Vicenza, cercando di evitare sottopassi e altre cose non ciclabili. Poco più avanti dell’Arena, subito all’interno delle mura, c’è un’altra fontanella.
Si esce da Verona per una piacevole strada costeggiata da casette basse (prima corso Venezia, poi via Unità d’Italia), fino ad una enorme rotonda che insiste per portarmi sulla tangenziale Est di Verona. Proseguendo sulla rotonda si entra a S. Martino Buon Albergo riprendendo la vecchia SS11. Da qui in poi, fino a Vicenza e oltre, la strada non presenta grande interesse: lunghi rettilinei costeggiati da capannoni industriali e ovunque pianura (solo sulla sinistra si vedono in lontananza delle colline). Dopo Vicenza si percorre la via Postumia/SS53; il caldo torrido rende il paesaggio ancora più alienante.
Arrivo a Castelfranco alle 18:40, dove ho un albergo già prenotato che mi aspetta, un B&B gestito da una signora che rimane impressionata (come tutti quelli che incontrerò) dal fatto che io intenda arrivare in Polonia in bicicletta .

I left by train my home town, Bergamo, to get Brescia, about 60km toward west, in order to slightly shorten the first two stages. I wanted to reach Slovenja border in 2 days only, but from Bergamo the distance (400km) is too much to be split in just two days, so I decided to shorten it a little bit. The train is late, so the actual starting by bike is at 9:30am. The weather seems quite warm and it will be so the whole day, getting extremely hot during central hours. My trip computer thermometer will show about 50°C, not real since it is under the direct sunlight, but can give you an idea. Anyway the temperature was at least 35-37°C. In Verona I read a newspaper title shown outside a kiosk: “the hottest days ever in Verone since…”.
I run along road SS11, it’s saturday morning, the traffic, usually quite heavy on working days, is light. Near Garda lake the main road must be left (it will become a high speed road) to get Desenzano city center, following a road along the lake shore. You’ll get SS11 again after few km (just past the highway insertion).
The lake is huge, looks like the sea and atmosphere is like a seaside place. The road is very beautiful up to Verona, with some small hills in Valpolicella area, passing through wineyards and trees rows. After the lake, in Cavalcaselle, there is a fountain to make a stop.
I enter Verona, passing through historical center, in front of Arena theater. Photo and a little snack, then continue following Vicenza. Just past the Arena, inside the ancient walls there is another fountain.
You get out Verona along a nice road with low houses, up to a huge roundabout that seems wanting to drive you to the Verona East Highway. Skip the highway and enter S.Martino Buon Albergo, again on old SS11. From now on, up to Vicenza, the road is not very interesting: long and straight road, industrial and commercial buildings around, flat landscape (just some hills on the left, quite far away).
After Vicenza the road name changes to SS53 (called “Postumia”).
I reach Castelfranco Veneto at 6:40pm, where I had reserved a room in a Bed & Breakfast, managed by a hold lady who is very impressed by my idea to go to Poland by bike (like all people I’ll meet on the way).

2 – 23/7: Castelfranco V. – Monfalcone, 154k


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Sacrario di Fagarè - Non passa lo straniero

Sacrario di Fagarè – Non passa lo straniero

Parto abbastanza presto, verso le 7, per guadagnare un po’ di frescura. La strada (SS53) è ancora poco interessante, soliti rettilinei e il nulla attorno. Passo per Treviso, che mi riporta alla mente vecchi ricordi personali; fa impressione, e un po’ di tristezza, ripassarci in bicicletta dopo anni. Lascio la città in fretta con l’aiuto di un ragazzo del luogo che mi guida attraverso un breve ma simpatico percorso lungo il Sile. Mi avvicino al Friuli, il paesaggio diventa più vario e si attraversano luoghi cari alla storia. Si passa davanti al Sacrario Militare di Fagarè che riporta sulla facciata la celebre frase “Il Piave mormorò non passa lo straniero” e subito dopo sul Piave “sacro alla Patria”. Non sono molto lontano dal mare, infatti si vedono le comitive di ragazzi che vanno a Lignano. Il caldo è ancora pauroso ma fortunatamente non umido. L’aria che ti viene incontro per la velocità è calda ma almeno si muove e non si soffre eccessivamente. L’acqua delle borracce è buona per cuocere la pasta. Dopo Portogruaro prendo la SS14 che arriva da Mestre, ancora rettilinei fino a Monfalcone, dove c’è il secondo albergo. La reception non è male, ma la camera è squallidina, comunque non ci devo passare una settimana, per cui non mi formalizzo più di tanto.

I leave quite early, about 7am, to feel some fresh air before the weather will get hot again. Road SS53 is still not very interesting. I pass through Treviso, that reminds me some personal facts, actually not very happy. I leave the city quickly with the help of a local biker who drives me to a short but nice road along the Sile river. I am closer to Friuli region, the landscape gets more various and interesting, passing through places linked to italian history. You pass in front of a Military Cimitery in Fagarè, that reports on the front wall a famous sentence “Il Piave mormorò non passa lo straniero” (The river Piave said, the stranger invasor will not pass), related to historycal facts of World War 1st, that was mostly fighted on the surrounding mountains. The river Piave is very important in such part of italian history.
The sea is not far from here, I see groups of young people leaving for Lignano beach, near Venezia. The weather is terribly hot but at least not wet. Past Portogruaro I take SS14 road coming from Venezia/Mestre, again straight road up to Monfalcone, where another hotel is waiting for me. Not very comfortable, but I dont have to stay a week, so I can adapt.

3- 24/7: Monfalcone – Brezovica pri Ljubljani, 132km


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Trieste

Trieste

La strada a Monfalcone è inizialmente un po’ trafficata, ma dopo alcuni km si passa sulla litoranea che corre in alto sul mare mentre il traffico pesante viene deviato altrove. La strada è molto bella e anche in discesa, per cui si vola fino a Trieste, passando per il famoso castello di Miramare. Sono due anni che non vedo il mare, il che mi fa una certa impressione. Foto di rito in piazza Unità d’Italia e riparto. Adesso inizia il vero viaggio. La salita verso Villa Opicina e il confine di Fernetti è dura ma regolare, anche carico di bagagli si fa in maniera accettabile (in realtà senza bagagli non sarebbe niente di speciale); salendo c’è un bel panorama sulla città. Controllo documenti al confine e passo la frontiera. Non mi ricordo di aver letto da nessuna parte “Slovenja” (e non sarà l’unica volta che succede ad una frontiera). Al doganiere chiedo per sicurezza quale strada devo seguire; mi viene detto di andare dritto. Io sono in bicicletta e credo si veda abbastanza bene. “Dritto” si rivela essere (come infatti sembrava, da qui la mia domanda), dopo poche centinaia di metri, l’autostrada per Ljubljana, con tanto di grande stazione di servizio dove mi fermo per chiedere lumi. Anche alla stazione di servizio non sembrano particolarmente impressionati del fatto che io sia in bicicletta sull’autostrada, anzi quasi quasi mi compro un adesivo SLO da attaccare alle borse! Comunque mi spiegano che devo passare da un buco nella rete di recinzione e sono già sulla statale. Quando si dice essere pratici.
Da qui in poi la strada sarà un’infinita sequenza di saliscendi in un paesaggio di campagna, dove i centri abitati sono piccoli e distanti tra loro, nel più totale isolamento dalla civiltà. Sarà normale trovarsi da solo nel nulla, con solo colline e vegetazione attorno, strada e curve senza fine davanti e dietro. Il clima è fresco, sia perchè probabilmente l’ondata di caldo dei giorni precedenti è passata, sia perchè sono sui 500m sul mare. I saliscendi non lasciano tregua, il tempo passa mentre i km non procedono. E’ faticoso, più che una salita continua, perchè spezza continuamente il ritmo, e in più c’è anche vento (ovviamente contrario). Mi fermo a mangiare qualcosa ad un casello dell’autostrada che passa vicino alla strada (non perchè voglia rientrarci, ma perchè c’è un riparo dal vento). Ljubljana è ancora lontana, sono affaticato e anche un po’ scoraggiato. Comunque, a parte questo, il paesaggio è bellissimo, totalmente immerso nel verde, il traffico automobilistico scarsissimo (ma quei pochi che ci sono corrono come degli ammazzati).
Dopo aver mangiato le cose vanno un po’ meglio. Arrivo a Postojna (Postumia), mangio ancora un po’ e faccio il mio primo incontro con la popolazione locale in un piccolo supermercato dove compro qualche succo di frutta e altri generi di conforto. Non ho Talleri sloveni ma la cassiera vede gli Euro e mi dice “nie problema”, il che me la fa immediatamente amica.
La Slovenia passerà all’Euro nel 2007, ma già un anno prima tutti i negozi hanno i doppi prezzi su qualsiasi articolo (almeno dove ho visto io, ma mi è stato confermato da un impegato di un supermercato). Per inciso, in Slovenia non ho mai cambiato denaro. Ho pagato gli alberghi sempre in Euro facendomi dare il resto in Talleri, che usavo per i piccoli acquisti di cibarie nei posti dove non prendevano gli Euro.
Seguo la strada 409 passando per Logatec e Vrhnika, dopo la quale inizia una lunga discesa fino a Ljubljana. Ce l’ho fatta ma è stata molto dura, ad un certo punto disperavo di arrivarci, anche se sapevo che prima o poi doveva iniziare la discesa, dato che Ljubljana è ad una quota molto più bassa rispetto alle colline del Carso.
Trovo un albergo a pochi km dalla città e mi fermo a riposare e cenare. Mi faccio indicare un posto dove mangiare, che scoprirò essere un ristorante italiano: spaghetti al tonno (devo dire molto buoni).

The road from Monfalcone is initially rather busy, but after some kms you turn on the panoramic road along the sea (not just on the shore, some meters above sea level), while heavy lorries are driven on another road. It’s very beautiful, also slightly descending, so it’s an easy run up to Trieste, passing by the famous Miramare castle. I haven’t seen the sea the last two years, it’s quite impressive. Photo in Unità d’Italia square (the biggest square in front of the sea in Europe). Now the real trip begins. The slope towards Villa Opicina and Fernetti border is hard but regular, the bike loaded by bags is heavy but I slowly go up without particular difficulties (without bags it is nothing particular for a trained biker). Great landscape of Trieste. I pass the border asking which is exactly the road I must follow to go to Ljubljana. I’m told to go straight. I’m on a bike, and I suppose it’s quite clear, but “straight” will reveal to be a motorway, with a big fuel station like the ones you usually find on a motorway. I stop there to ask directions. Even the station manager seems not to be very impressed by the fact I’m on a motorway with a bike, anyway he says to pass through a hole in the net around the station and I get the normal road. From now on the road will be an infinite sequence of up-and-down on a hilly countryside, passing through small villages far from each other. It’s normal to be in the middle of nowhere, totally hisolated by civilization. The weather is quite fresh, probably the hottest wave of latest days is over, and also because I’m about at 500m a.s.l.
Hills are continuous, time passes but I’m very slow, it’s also windy. I stop nearby the motorway, at a toll station to make a short stop and have some food repaired from wind. Ljubljana is still very far away, I’m tired and a little bit discouraged. Apart that, the landscape is wonderful, totally green. Almost no cars around (but the few cars I meet run very fast).
After lunch I get better. I pass through Postojna, have some food more and meet the first local people in a small shop to buy some fruitjuice and other food. I don’t have Slovenian Tolars, but the cashier sees the Euro and says “nie problema”, becoming immediatly my friend !
Slovenja will switch to Euro in 2007, but all shops have double prices shown for any good (at least it’s what I have seen, and it was confirmed by another supermarket worker). By the way, I never changed money in Slovenja. I paid hotels with Euro getting some money back in Tolars I used for food shopping in some places where I couldn’t pay directly in Euro.
I follow road n. 409 passing through Logatec and Vrhnika. Now a long descent begins, up to Ljubljana. I eventually get the city, but it was very hard, I even despeared to be able to get it. Once found an hotel few km before the city center I stop to have a rest and dinner. I will find out that the restaurant is an Italian one: spaghetti and tuna (very good to be honest).

4 – 25/7: Brezovica – Ljubljana – Zagorje ob Savi, 6 + 57km


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Ljubljana - Zmajski most

Ljubljana – Zmajski most

Mi sento ancora un po’ affaticato, per cui decido di fare una giornata di riposo, che coincide perfettamente con l’occasione di fare un giro in città. Mi procuro una mappa e vado un po’ a caso, che è il mio modo di visitare. Il triplo ponte (Tromostevje) sulla Ljubljanica, di fronte a Presernov Trg, è d’obbligo, come anche il ponte dei draghi (Zmajski most), poi si gira un po’ dove capita. L’altro fiume, la Sava, passa fuori dal centro storico e lo incontrerò più avanti. Per ritemprarmi ulteriormente decido di passare un po’ di tempo nell’acqua della piscina Ilirija, all’interno del parco Tivoli. La Slovenia è un paese tranquillo, la gente pacifica, ma di lasciare la bici carica per strada tre ore non se ne parla. La bicicletta non potrebbe entrare, ma dopo un po’ di contrattazione riesco a convincere il gestore a farmela piazzare nel giardino retrostante la piscina, dove peraltro ci sono almeno altre dieci biciclette di ragazzini del posto (il che mi ha molto aiutato nel convincerlo: perchè loro si e io no ?).
La piscina è uno dei modi migliori per rimettersi in sesto e ne cercherò altre nel corso del mio viaggio. Nel primo pomeriggio chiedo al locale ufficio di informazioni turistiche di prenotarmi una camera in una località a circa 60km dalla città, sul mio percorso, in modo da guadagnare un po’ di strada. In qualche ora arrivo a destinazione, senza forzare dato che la camera è sicura e posso anche ritardare senza problemi. La strada è molto bella, segue il corso del fiume Sava ed è sostanzialmente in discesa.

I am still rather tired, so I decide to have a day rest to spend visiting Ljubljana. I get a map and go around without a specific path, just to discover the places. The Triple Bridge (Tromostevje) on Ljubljanica river, in front of Presernov Trg and the Dragon Bridge ar mandatory; besides that I get around as it comes. The other river, Sava, passes away from city center and I will reach it later.
To get even better I decide to spend some time at the Ilirja pool, inside Tivoli Park.
Slovenja is a quiet country, people is peaceful, but I can’t leave my bag load of bags on the road, so I ask the pool manager for entering it inside the pool building. It would be forbidden, but some bikes belonging to local boys help me to convince him. In the afternoon I ask to a tourist information office to reserve for me a room in a hotel about 60 km forward on my road, just to gain some road. In few hours I’m at destination, without too much effort (the room is reserved).
The road is very beautiful, following the Sava river, and it goes downhill.

5 – 26/7: Zagorje ob Savi – Moravci, 135km


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Zagorje - Nebbia mattutina - Morning fog

Zagorje – Nebbia mattutina – Morning fog

La mattina è fresca e le colline circostanti sono ancora immerse nella nebbia quando mi sveglio, verso le 6:30. La strada è molto bella e ancora in discesa, la valle della Sava è stretta e morbide curve si succedono una dopo l’altra, rendendo molto divertente la guida. Passo accanto ad un impianto industriale con una ciminiera veramente gigantesca, altissima e larghissima alla base. A Zidani Most il mio percorso devia a sinistra verso Celje, seguendo il fiume Savinja (la strada principale continua a seguire la Sava). Da qui in poi la strada sarà stretta e il paesaggio ancora più bucolico. Si attraversano paesini piccolissimi, spesso poche case o fattorie che mostrano come da quelle parti si viva molto di agricoltura e allevamento. In prossimità di Celje mi coglie per una decina di minuti una leggera pioggia apparentemente in pieno sole, che produce un’effetto realmente magico.
Da Celje a Ptuj avevo due possibilità: seguire piccole strade locali senza passare da nessun centro abitato particolarmente importante, oppure passare da Slovenske Konjice e Slovenska Bistrica, lungo strade comunque minori ma che seguono più da vicino il percorso dell’autostrada Ljubljana-Maribor. La mattina in albergo mi avevano detto che il primo percorso è più bello, per cui opto per questo. Inoltre non avendo la necessità di cercare alberghi in questo tratto di strada non ho la bisogno di passare per le due cittadine sopra menzionate.
Non so se mi sono perso qualcosa nel fare questa strada ma so quello che ho trovato: un ambiente meraviglioso, strade deserte e luoghi verdissimi e bellissimi, passando a volte sotto gallerie di vegetazione create dagli alberi, ma anche uno dei tratti di strada tra i più duri del viaggio. I saliscendi sono continui, quasi esasperanti, e le pendenze notevoli, in qualche caso veramente durissime. Sarà peggio solo nei primi km dopo il confine con la Polonia.
A Ptuj faccio un giretto nel centro storico e passo da un ufficio turistico per prenotare una camera da qualche parte più avanti. Trovano un albergo a Moravci, lungo la strada 712 e poi 439. L’albergo si rivelerà su una collina, concludendo degnamente la fatica di tutto il giorno.
L’albergo è bello ma la giornata è stata calda e la camera in mansarda è letteralmente un forno.

Early morning is very fresh and surrounding hills are still foggy, when I wake up at 6.30am.
The road is very beautiful, still descending along the Sava valley, large curves follow one after another, and running is very pleasant. I pass by a big industrial plant with a biggest chimney, highest and huge on the base.
Once in Zidani Most my path turns on the left to Celje, following the Savinja river (the main road continues along the Sava). From now on the road will become narrow and landscape even more country. I pass through smallest villages, often few houses or farms that show how in that place life is still based on agriculture. Near Celje I get for some time a light rain, but the sky is apparently free of clouds and sunny. The effect is really a magic.
From Celje to Ptuj I had two options: following small local roads, away from bigger cities, or passing through Slovenske Konjice and Slovenska Bistrica, along minor roads but not far from Ljubljana-Maribor motorway. In the morning I had been told at hotel that the first path is more beautiful; also I don’t need to find an hotel in this part of the country for several kms, so I choose the first option.
Maybe I lost something interesting because of this choose, but for sure I found a wonderful landscape, desert roads, green and beautiful places, passing sometimes under green tunnels made by trees leaves, but hals one of the hardest part of the trip. Ups and downs on hills are continuous, slopes often very hard. It will be harder only the first kms past Poland border.
In Ptuj I make a short visit at the historical center and ask a tourist office for a room somewhere forward. The find a hotel in Moravci, along road 712 then 439. The hotel will be on a hard to ride hill, concluding the big effort of the whole day.
The hotel is beautiful, but the day was hot and the room is literally a oven.