L’ How-to del cicloviaggiatore, ovvero come si prepara un viaggio

Qualcuno mi ha chiesto come si pianifica e organizza un viaggio in bici. L’argomento è vasto e le scelte molto personali, perchè quello che va bene a me può non andare bene ad un altro. Proverò a descrivere come organizzo i miei sperando che possa essere un punto di partenza per le vostre pianificazioni, evidenziando gli aspetti più importanti. Tutti gli accorgimenti descritti nel seguito hanno lo scopo di facilitarmi al massimo la vita durante il viaggio.

Iniziamo

Durante le vacanze di Natale comincio a pensare dove mi piacerebbe andare. La scelta della meta non è banale (dato che ce ne sarebbero infinite) ed è ovviamente il primo passo, da qui partono la creazione del percorso, la ricerca di informazioni e infine la preparazione pratica (mappe, bagagli e simili).

Strumenti di pianificazione

Per studiare il percorso utilizzo Google Maps, Google StreetView e le altimetrie. Google Maps è contemporaneamente strumento tecnico cartografico e fonte di ispirazione: io sono un amante delle mappe e guardandole comincio a fantasticare e decidere un possibile percorso.

Modalità "a piedi" di Google Maps

Una caratteristica di Google Maps, che può essere utile per programmare un viaggio in bicicletta è la modalità “a piedi” che consente di ottenere, tramite le indicazioni stradali, un percorso che eviti le autostrade e le strade di maggior traffico. In realtà non c’è nessuna garanzia che sia così per cui il risultato va verificato, però può essere una base di partenza. Ad esempio, per andare da Berlino a Stettino i percorsi ottenuti sono diversi e quello a piedi è decisamente più ciclabile di quello standard.

Google StreetView aiuta a capire il reale stato delle strade, se sono tranquille, a scorrimento veloce o trafficate. Per chi non lo sapesse (penso pochi) si tratta di una serie di foto scattate da un veicolo che ha percorso (quasi) tutte le strade del globo terracqueo, messe online e associate alle mappe, per far vedere la strada e i luoghi dalla prospettiva del guidatore.

Google StreetView

Anche questo strumento va preso con le molle perchè può ingannare, facendo credere che una determinata strada sia tranquilla mentre in realtà troverete colonne di TIR. Dipende dal momento in cui è stata scattata la foto, ma si spera che non siano passati la mattina del primo gennaio (anche se a volta a me il dubbio è venuto, ad esempio per la N340 in Spagna). In ogni caso ci si fa un idea dei posti e del paesaggio.

Per le altimetrie utilizzo Tracks4Bikers. Esistono molti siti che fanno più o meno la stessa cosa, a me piace questo per la sua semplicità di utilizzo. Funziona bene anche se in un paio di casi ha dato dei risultati diversi dalla realtà per un difetto nel software. Diciamo che mi fido abbastanza e in molte migliaia di km ha sbagliato solo in tratti brevissimi.

Screenshot di Tracks4Bikers

Screenshot di Tracks4Bikers

Altri siti simili:

Informazioni

Una volta deciso dove andare e quale strada percorrere si pone il problema fondamentale di trovare un posto per dormire, che per me è forse l’unico serio problema di ogni giorno. Sono sempre andato in albergo e penso che continuerò a fare così, per cui il mio obiettivo è trovare hotel lungo la strada. Il mio personale metodo è di compilare una lista di hotel, pensioni, affittacamere e quant’altro, esistenti lungo il percorso, suddivisa per nazione e per località.

Lista degli hotel

Lista degli hotel

Lo scopo principale è verificare se in una data località ci siano o meno strutture alberghiere. In tal caso può essere presa in considerazione come località di fine tappa e può valere la pena raggiungerla se si è ancora un po’ distante. Viceversa, se si sa già che non c’è niente, si passa oltre senza fermarsi. Un altro uso della lista è avere recapiti da sottoporre al volo al primo passante che capita e farsi spiegare la strada per raggiungere l’albergo più vicino, oppure per telefonare con qualche ora di anticipo sull’orario presunto di arrivo e prenotare, per poi avviarsi con calma fino al luogo di destinazione. Sono tutte cose che ho fatto e funzionano. Un terzo scopo della lista è puramente psicologico. So che ho un po’ di indirizzi e la cosa mi conforta prima di partire. Nella realtà la quasi totalità dei posti per dormire l’ho sempre trovata al volo per strada. Verso le 16-17 (o quando mi voglio fermare) comincio a guardarmi intorno e qualcosa esce sempre. La lista guida un po’ anche la definizione del percorso e aiuta a stabilire la percorrenza delle tappe; sapere come stanno le cose mi serve ad evitare preventivamente tratti troppo lunghi senza possibilità di pernottamento o ad organizzare la tappa in modo da non trovarmi a fine giornata in una zona dove so che è difficile trovare da dormire. Piuttosto mi fermo in anticipo prima di raggiungere quella zona. Anche queste sono cose provate sul campo e funzionano.

Per compilare la lista degli hotel la cosa più semplice è aprire GoogleMaps, centrare la mappa nella zona che interessa e scrivere “hotel” nella casella di ricerca. La mappa si popolerà di pallini e la lista è praticamente pronta sulla sinistra, da copiare e incollare. Ovviamente va fatta una selezione manuale delle cose che interessano, ma il più è fatto.

Ricerca hotel su GoogleMaps

Ricerca hotel su GoogleMaps

In cima alla lista degli hotel inserisco gli indirizzi delle ambasciate dei paesi visitati ed eventuali numeri di emergenza (non si sa mai nella vita). Queste informazioni si possono trovare nel sito http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/

On the road

Una volta raccolte le informazioni in forma elettronica passo a preparare il corredo di mappe che porterò con me. Qui tornano le care vecchie mappe di carta che ho sempre trovato utili e comode. Per strada mi porto delle fotocopie di carte con scala preferibilmente 1:300.000 o 200.000. La scala al 100.000 sarebbe ottima ma se il viaggio è lungo può richiedere di portarsi appresso un sacco di carta, e non sempre si trovano se non per particolari zone. Fotocopio le mappe originali e ritaglio dei rettangoli a misura del portacartina sulla borsa anteriore, in modo da avere sempre davanti agli occhi la mappa della zona che sto attraversando, da cambiare via via che procedo. Sulla mappa traccio il percorso con un pennarello rosso, i paesi attraversati con un evidenziatore giallo e quelli con albergo in arancione. Sulla riga rossa della strada traccio dei segni numerati con il kilometraggio ogni 20km in modo da avere chiara la progressione delle distanze. Stampo le altimetrie e le associo alle mappe in cui si trova il tratto descritto dal grafico, evidenziando sulla mappa i tratti in salita con un tratto verde. Vi sembrerà tutto molto, troppo scientifico, forse maniacale; probabilmente lo è ma sbagliare strada è una delle cose che io trovo più fastidiose, per cui evito in ogni modo che accada. C’è chi considera lo sbagliare strada come parte dell’avventura, ovviamente ognuno affronta le cose a modo suo. In generale cerco di partire con una pianificazione del percorso la più dettagliata possibile, per evitare di avere problemi per strada. Le cose sono già complicate da risolvere seduti in poltrona, figuriamoci per strada sotto il sole, da soli a 1000km da casa in un posto dove sai 10 parole della lingua locale.

Mappa

Mappa con indicazione del percorso, distanze, località dove pernottare e altri centri attraversati (Bulgaria, Valle delle rose)

Le mappe di carta sono molto old-fashion e in linea di massima hanno sempre funzionato, ma mi sono reso conto che un navigatore GPS sta diventando quasi indispensabile, soprattutto all’estero dove farsi indicare la strada in lingue sconosciute può essere un po’ problematico. Non credo sia da usarsi sempre acceso come in automobile, ma da tirare fuori solo in caso di necessità per trovare velocemente la strada giusta. Per il resto, personalmente ritengo che le mappe di carta siano ancora, per la “navigazione” minuto per minuto e finchè non ci si perde,  una validissima soluzione in quanto non si scaricano, non si guastano, non pesano niente e si vedono perfettamente anche in pieno sole, cosa che un display lcd potrebbe non fare altrettanto bene, per quanto la tecnologia migliori ogni giorno.
Sto valutando una soluzione tecnologica per la navigazione ma non ho ancora deciso, anche perchè sono in dubbio se prendere addirittura un piccolo tablet che mi permetterebbe anche di accedere ad internet, con tutte le possibilità che questo comporta: mappe di google e navigatore, ricerca hotel, strade e altimetrie alternative in caso di necessità, in generale qualsiasi tipo di informazione, oltre alla possibilità di aggiornare un diario di viaggio on-line in tempo reale (la sera in albergo).

Tappe e distanze

In linea di massima una media di 100-120km al giorno sono una distanza ragionevole, ma la cosa è soggettiva e dipende molto dal tipo di strada, oltre che dalla giornata in cui ci si trova. Può capitare di farne 50 (o anche meno) come 200. La cosa è anche influenzata dalle condizioni meteo, aspetto per il quale secondo me conta molto la testa e forse (di conseguenza) anche l’età. Anni fa anche con la pioggia andavo senza fermarmi (a meno di pioggia veramente forte). Adesso onestamente non lo so. C’è da dire che sono tre anni che praticamente non piove mai durante i miei viaggi (anche perchè tra Grecia, Spagna e Italia  era oggettivamente improbabile), per cui non so come affronterei la cosa adesso, ma ho letto di viaggi verso Capo Nord in cui hanno percorso giorni interi sotto la pioggia senza fermarsi, e dubito che avrei fatto lo stesso. Nel 2008 il maltempo mi ha molto scoraggiato e addirittura indotto a interrompere il viaggio, cosa che non era accaduta nel 2005 dove ha piovuto subito dal primo giorno.
La cosa di cui mi sono reso conto con l’esperienza è che programmare in anticipo le tappe è quasi impossibile, a meno di mantenersi molto cauti con le distanze e pianificare tappe realmente brevi. Nella realtà dopo pochi giorni ogni programmazione salta per mille motivi che seduti in poltrona non immaginerete mai e sforzarsi di seguirla può essere deleterio. Ricordiamoci che il motore siamo noi. Può essere utile una suddivisione di massima, con tappe di lunghezza moderata e commisurata alle nostre capacità, per avere una minima tabella da seguire, ma senza cercare di arrivare per forza a fine giornata dove si era deciso. Alla fin fine sono vacanze, ogni giorno dove si arriva si pianta la bandiera e domani è un altro giorno.

Bagaglio e vestiario

Bikerfab è minimalista al limite dell’estremismo: bagaglio accuratamente calibrato, ovvero il minimo indispensabile, anzi qualcosa in meno, ma portandosi quelle quattro cose che ti semplificano la giornata (tipo la corda e le mollette per stendere i panni o le minipantofole di carta per stare in camera), perchè è sempre meglio avere un kg in meno che uno in più, e ci saranno sempre cose che hai portato, non sono servite e mai serviranno. Per Istanbul 2009 avevo 5kg di bagaglio e viaggiavo con gente che ad occhio ne aveva 20. La sera erano molto più eleganti di me ma di giorno io andavo molto più in scioltezza. Non è una critica, ognuno porta quello che gli pare e che ritiene utile, conveniente o piacevole da avere, tanto se lo porta appresso lui…
Difficile dire a priori cosa portare perchè dipende da mille fattori, in primis il clima che si incontrerà, e dalle proprie abitudini.

checklist

Checklist

A prescindere da cosa ci si porta, trovo estremamente utile la checklist, una lista scritta del bagaglio, dove ogni singola mutanda, maglia, molletta e chiave a brugola viene elencata, per non dover cercare tutto ogni anno (con la garanzia di non ricordarsi esattamente cosa si era portato l’anno precedente). E per ragionarci dopo e verificare cosa è mancato e cosa non è mai servito e non servirà mai. Dopo queste verifiche si corregge la lista e la si affina anno per anno. Ormai sono arrivato quasi alla perfezione ma posso ancora migliorare ;-).

Sulla lista segno in quale borsa metto ciascuna cosa, riponendo il vestiario dentro delle bustine di plastica trasparenti (quelle dove stanno i vestiti tecnici da nuovi)  che portano un’etichetta dove scrivo cosa c’è dentro e in quale borsa va (anteriore, posteriore, destra, sinistra). Le bustine di plastica aiutano anche a garantire che il bagaglio non si bagni in caso di pioggia nel caso in cui le vostre borse non dovessero essere perfettamente impermeabili. Detto così sembra delirio ma è una cosa banalissima da mettere in pratica che fa la differenza tra avere, dopo una settimana, una massa informe di cose scombinate che occupano il doppio dello spazio iniziale (vi assicuro che finisce così), oppure tutto uguale e ordinato come il primo giorno, a patto ovviamente di rimettere ogni giorno le cose al loro posto.
Da quando ho la checklist non dimentico più niente e in una sera preparo tranquillamente tutte le borse prima di partire, mentre prima ci mettevo una settimana. Con le etichette risistemo i bagagli ogni mattina senza stare a “decidere” ogni volta dove rimettere le cose.

Discorso a parte per la biancheria sporca che va nella “bomba chimica” da disinnescare quando è possibile, alla prima lavatrice disponibile (in un albergo o una lavanderia automatica). Personalmente non sono uno che fa il bucato ogni sera. Sciacquo un minimo, per decenza, i capi tecnici appena usati, e neanche sempre.

Calze penzolanti ad asciugare in tour nella Confederazione Elvetica

Mi rendo conto che la cosa possa far storcere il naso, ma ci ho provato e ho trovato devastante mettersi a lavare i panni in un lavandino di albergo dopo 6-8 ore di bicicletta, magari affamati prima di cena (anche dopo non va molto meglio). A volte metto in pratica il metodo della doccia-bucato: mettersi sotto la doccia vestiti, insaponare tutto, poi spogliarsi, sciacquare i vestiti e finire la doccia. Si, lo so, fa ridere, ma il risultato è dignitoso col minimo sforzo. Per asciugare i panni: 3m di corda appesi da qualche parte, mollette e si spera che faccia abbastanza caldo da averli pronti la mattina dopo. Se non lo sono si fanno sventolare dalle borse posteriori.
La biancheria “civile” cerco sempre di farla lavare in albergo, portando una dotazione sufficiente per alcuni giorni (decidete voi quanti sono “alcuni giorni” in base al vostro naso). Attenzione che se andate in un albergo discreto con lavanderia interna il servizio può costare molto caro, se contano ogni singola maglia e pantaciclista come una camicia o un pantalone. Conviene farlo fare negli alberghetti a gestione familiare dove prendono il saccone e lo buttano direttamente nella lavatrice senza guardare, ad un prezzo simbolico (se gli state simpatici anche gratuitamente).

Alimentazione e salute

La regola è semplicissima: colazione abbondante, mangiare prima di avere fame e bere prima di avere sete. Dopo sarà troppo tardi. Non significa che si muore; significa che, se arriva la crisi di fame, ci si ferma nel giro di due minuti e non si va da nessuna parte. Estremamente comodo lo zaino idrico. Integrare i sali minerali soprattutto in climi caldi. Cena abbondante senza andare troppo al risparmio, ma se non frequentate ristoranti di lusso il cibo non è la voce di spesa più pesante.

Sembra ovvio, ma ricordate di portare con voi qualche medicina per il minimo pronto soccorso e per imprevisti (mal di gola e cose del genere), oltre ad eventuali farmaci che assumente abitualmente per qualche ragione.

Lingue e valute straniere

Il vocabolario con le dieci parole viene preparato prima di partire. Prima di Google Translate usavo vari siti con dizionari online. A titolo informativo li riporto qui sotto. E’ molto utile imparare eventuali alfabeti diversi dal latino (ad esempio bulgaro e greco) per riuscire almeno a leggere i cartelli stradali con i nomi dei luoghi.

Per le valute straniere diverse dall’euro preparo un foglio con una tabella utile per la conversione rapida da una valuta all’altra (in mancanza di altri strumenti più evoluti). Il calcolo è un po’ approssimato ma semplice da fare a mente.

Tabella di conversione monete

Tabella di conversione monete (Es.: 5300 UHF = 20 + 3 x 0.4 = 21.2€)

Bicicletta

Il genere di bici da viaggio è scelta personale su cui non mi addentro. A me piace la bici da corsa, il 99% dei cicloviaggiatori non la prende neanche in considerazione, come io non considero neanche lontanamente l’ipotesi di viaggiare con una mountain bike. A parte questo, ovviamente si parte con bici perfetta e revisionata, gomme nuove o seminuove, camere d’aria, CO2 compressa per gonfiare, pompa, attrezzini vari da controllare e ricontrollare dieci volte prima di partire, per non scoprire con la gomma a terra dopo una settimana che hai dimenticato l’adattatore delle bombolette di CO2, come è successo a me. E’ vero che se non vai nella giungla si può trovare tutto, ma per esperienza ho verificato che cercare un negozio di bici quando serve è impresa difficilissima, tranne che lo si trovi sulla strada per incredibile botta di fortuna, come è successo a me.
Rapporti corti e caldamente raccomandata la tripla per non soffrire inutilmente. Per l’anno prossimo la faccio montare di sicuro.

Detto questo, siete pronti per partire.