Mediterraneo 2010

 

Il viaggio della fatica

Bergamo Nice Toulon Aix en Provence Narbonne Barcelona Tarragona Valencia

 

 


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Premesse/Introduction

veloprio

Un effetto collaterale dell’organizzazione di un viaggio in bicicletta, almeno per come lo organizzo io, è che si impara un sacco di geografia su posti che fino ad allora erano spesso noti solo per sommi capi, anche perchè gli anni delle scuole elementari dove si studiano laghi, fiumi e confini dei paesi del mondo sono ormai lontani. La mia organizzazione prevede un accurato studio delle mappe per decidere kilometro dopo kilometro su quali strade viaggiare, quali paesi, città e villaggi attraversare, tracciando ogni metro di strada sulle fotocopie delle cartine da portare con me. Dopo mesi di pianificazione conosco a memoria centinaia di kilometri di strade, fiumi, laghi, villaggi e città. Tutto questo, oltre ad avere lo scopo pratico di ridurre al minimo la possibilità di sbagliare strada, fa si che la mente viaggi già prima di partire creando aspettativa e curiosità su quello che troverò. Prima di organizzare questo viaggio sapevo più o meno dove si trovava Valencia e avevo a malapena sentito nominare Almeria. Adesso, ogni volta che vedo una carta geografica d’Europa, come la lingua che batte dove il dente duole, l’occhio cade automaticamente sul piccolo corno che c’è all’altezza delle isole Baleari e poi un po’ più in basso, esattamente all’inizio di quella parte di costa spagnola che si distende orizzontale di fronte all’Africa. Sul primo punto c’è Valencia (dove sono arrivato), sul secondo c’è Almeria (dove sarei voluto arrivare, almeno come meta principale del viaggio).

Narbonne

Guardo quei due punti e mi sembrano vicini. Distano 600km circa. In termini temporali misurati a ritmo di bicicletta, una settimana con calma. Pedalare “una settimana con calma” è quello che il mio fisico e la mia mente si sono rifiutati di fare, probabilmente con buone ragioni, ma che rimarrà segnato dentro di me come una sconfitta. Dopo poco meno di 1500km il mio fisico ha detto basta alle continue fatiche accumulatesi giorno per giorno senza mai recuperare completamente. Ha detto basta alla mandria ininterrotta di TIR sulla N340, l’infinita strada statale costiera spagnola con le sue paline bianche e rosse che contavano ossessivamente ogni singolo kilometro che passava sotto le mie ruote. Probabilmente ha detto basta alla “ola de calor” che sulla tv spagnola era la protagonista delle previsioni meteo di quei giorni. Non è stata la solitudine a fermarmi; non ero quasi mai solo sulle strade delle tante località turistiche attraversate, e quando mi è capitato di esserlo, in luoghi ameni e silenziosi in mezzo alla campagna provenzale, o in veri e propri paradisi naturali a 10km da un’autostrada, era un piacere immenso. Non è stato l’improvviso rendersi conto che la meta era “troppo lontana”: ero motivato e carico. Inoltre la distanza era perfettamente alla mia portata, in condizioni “normali”. E’ stato semplicemente il fisico che mi ha tradito. Il viaggio era stato preparato con cura per minimizzare i dislivelli. Quasi tutto il percorso era pianeggiante, tranne alcuni tratti lunghi ciascuno circa 15-20km caratterizzati da saliscendi, come sono spesso le strade che si snodano sulle coste rocciose. Strade splendide ma ciclisticamente molto dure. In ogni caso questi tratti erano distanti tra loro centinaia di km. Qualche piccola asperità più consistente era prevista all’inizio (il passo Giovo, tra Piemonte e Liguria) e qualche decina di km dopo Figueres. Poca roba anche per una bicicletta carica. Altre colline mi attendevano un po’ prima di Almeria, ma ormai a quel punto sarebbe stato l’entusiasmo a spingermi, più che le gambe. 40km dopo la città ci sarebbero stati i miei amici ad aspettarmi, un mio ex collega di lavoro e la moglie spagnola. Il viaggio era stato deciso e progettato appositamente per andarli a trovare.

Formaggi francesi – French cheese

Le strade. Fino al confine con la Spagna la scelta delle strade si era rivelata quasi perfetta. Solo la zona di Toulon e Marseille risultava critica nello studio delle mappe, ma non ci sarei passato se non avessi dovuto fare una sensibile deviazione per evitare la zona colpita da una alluvione due settimane prima. Avevo risolto facendo un breve tratto di treno per riportarmi sulla strada maestra, da Toulon ad Aix-en-Provence. A parte questo e un altro tratto di circa 30km su uno stradone per l’avvicinamento al delta del Rodano, il resto è stato piacevole e sicuro per la bici. Dopo il confine spagnolo sono iniziati i problemi. C’è molto spesso una sola strada, una grande statale a quattro corsie che viaggia vicino alla costa. A volte è possibile uscirne e attraversare piccoli centri costieri ma in genere dura poco e bisogna tornare sulla strada principale. Prima di partire avevo un’idea, che pensavo realistica, del traffico che avrei incontrato. Avevo visto mille foto su Google Street View, controllando in tanti posti scelti a caso per verificarne la praticabilità. Tutto sembrava dipingere un quadro rassicurante, con traffico scarso o comunque moderato. La presenza di un’Autopista parallela e a poca distanza dalla statale mi facevano una volta di più supporre che il traffico pesante avrebbe preferito l’autostrada. La realtà si è rivelata molto diversa, ovvero una sequenza ininterrotta di TIR che hanno fatto saltare i nervi anche a me che tutto sommato un po’ di traffico va anche bene per non sentirsi troppo soli. Ma il frastuono senza fine dei camion che mi superano uno dopo l’altro per ore è troppo. La macchinetta arancione di Google sarà passata di lì durante uno sciopero degli autotrasportatori.

Rambla di Figueres

Una breve cronaca del viaggio può iniziare dal garage di casa mia nei pressi di Bergamo, dove le ruote fanno il primo giro. La prima giornata è solo una noiosa tappa di attraversamento della sconfinata pianura fino ad Alessandria. Dal secondo giorno il percorso è finalmente piacevole e godibile, con l’appennino ligure e quindi l’Aurelia, la Riviera dei Fiori e la Costa Azzurra. Nice, il Principato di Monaco, Cannes, St. Tropez sono le località incontrate. Dopo Tolone riprendo la strada nel cuore della Provenza e mi dirigo verso la Camargue attraversando il delta del Rodano per raggiungere Arles. Segue un breve tratto di nuovo nell’entroterra dopo il quale riprendo la via maestra lungo il mare, che lascerò brevemente solo dopo il confine spagnolo. Saranno giorni di sole e di caldo, per quanto ancora non eccessivo. Giorni in cui attraverserò mille località balneari, quante non ne ho mai viste tutte insieme in vita mia. Mille posti di mare, bagnanti, spiagge, ombrelloni, sabbia palette e secchielli. Di tanto in tanto questo film balneare è interrotto da spettacoli naturali in cui alle spiagge si sostituisce la roccia. La strada viaggia sinuosa e panoramica per qualche decina di km, riempiendo gli occhi di colori accesi e profumi mediterranei. Uno di questi spettacoli segna il passaggio per il confine con la Spagna. Ce ne sarà ancora uno prima di Barcelona e ce ne sarebbe stato qualche altro dopo Valencia. Il sottofondo costante di tutto questo film è però la fatica, e ad un certo punto un caldo eccessivo. E tanti piccoli problemi quotidiani che hanno minato la mia serenità come mai era successo prima: un ginocchio che per tre giorni sembra non andare più d’accordo con la bicicletta; l’infiammazione ad un tendine d’Achille che per cinque giorni provoca dolore sempre più intenso tanto da farmi dubitare di poter proseguire. Fortunatamente dopo qualche giorno il dolore diminuisce e scompare. Poi due episodi, in giorni diversi, che mi fanno prendere un po’ di paura per qualche minuto (peraltro il albergo, non in mezzo alla strada). L’ultimo giorno si rompe un portaborraccia: non è certo un problema grave ma può diventare la goccia che fa traboccare il vaso. Soprattutto la fatica, percepita quasi ogni giorno in modo eccessivo, si accumula fino ad arrivare ad un limite che mi fa decidere di tornare indietro. Non mi diverto più, mi sembra di tirare troppo la corda e non ha molto senso continuare in queste condizioni, sia fisiche che mentali.

Planning a bycicle trip is for me an opportunity to learn a lot of geography information. During the winter before the trip I carefully study maps to find interesting place and safe roads to go there. After months of detailed preparation I know by heart roads, lakes, rivers, villages and cities on my path. This is for reducing the chance of taking a wrong road and helps my mind to dream about the trip, generating curiosity and interest for the place I will pass through day by day.
Before leaving for this trip I roughly knew where is Valencia and I just heard about Almeria. Now, every time I look at an Europe’s map I immediatly find two spots: just above the horn in front of Baleari islands and the beginning of the eastern Spanish coast closest to Africa. The first one is Valencia’s position (the place I reached) and the second one is Almeria’s (the place where I wanted to go to).
The two points seems now close to me. They are about 600km far from each other, i.e. one week of slow cycling.

Amposta – Ponte sull’Ebre

“One week of slow cycling” was what my body refused to face, probably for good reasons, but this will always be recorded as a defeat for me. After almost 1500km my body said stop to the fatigue accumulated day by day without a complete recovery. It said stop to the endless line of trucks on N340, the coastline Spanish road heading to Gibraltar. It said stop to the “ola de calor”, the “heating wave” that hit Spain those days.
It was not loneliness to stop me: during the trip through many touristic places I always had lot of people around me and when I was alone passing by wonderful places in the middle of nowhere it was a great pleasure. I didn’t suddendly realize that the target was “too far away”. I was motivated so this was not a problem. Besides that the expected distance would have been not particularly long for me, in normal conditions.
It was just my body that didn’t work as usual.
The trip had been carefully planned to avoid steep hills as much as possible. Almost all the path is flat, apart some short segments about 15-20km long on rocks shores where the road is usually up-and-downs, though very beautiful and scenographic. Such segments where very few and a long distance far from each other. Just some easy hill was planned at the beginning, before getting the sea in Italy and the first day in Spain. Some hill more should have been before Almeria, but at that time I would have been pushed by enthusiasm for being close to the target, more than by my legs.
Up to Spanish border I found almost always safe and pleasant roads, often with bike lanes. Only the area between Toulon and Marseille is plenty of busy motorways, but I got there only because of a diversion due to a terrible flooding that hit the Provence area few weeks before my departure, forcing me to change path not to have problems with hotels (I moved back to planned path from Toulon taking a train to Aix-en-Provence).
Apart that only a short segment (less than 30km) to reach the Camargue area was a big busy road, not pleasant but actually quite safe for cycling (though I would not suggest you to go there with children…). After the Spanish border I started to have problems. There is often only a main road along the coast, a big 4-lanes national road, very often busy of trucks. Before leaving I had checked it with Google Street View and from the pictures I had never seen so many trucks. Besides that, a parallel highway runs very close to this road, so I thought that trucks would have taken the highway, but reality was different. I was forced to run for long time with an endless sequence of big trucks overtaking me every few moments, with loud noise and annoying waves of wind, for hours and hours. I really got sick of trucks and could not stand them any more.

A short description of the trip starts from my garage in Bergamo (50km east from Milano). The first day is only to pass the endless flatland in northern Italy. From the second day the road is beatiful and pleasant. The Italian Aurelia road is great, full of light, colors and flowers. Once passed the border with France I reached Cote d’Azur with the famous cities of Nice, Cannes, St. Tropez. Past Toulon I get back in Provence to the Bouches du Rhone area running in the Camargue regional park. I will then travel for long time along the sea, passing through several beach villages plenty of tourists who get sunbath and swim in the Mediterranean sea.
From time to time the coast turns from the beach landscape to rock. Sinuous and panoramic roads perform great natural shows.
Unfortunately the constant background of this spectacle plenty of light, colors and scients is fatigue. Every day I feel too tired when I stop to find a place to spend the night. This is not normal, and I am hardly able to recover from previus day effort. I also had some problems (to a knee and to a foot) that caused me strong pain difficult to bear, that luckily disappeared after some days but I really was afraid to be forced to give up because of it.
Other various problems accumulated until my mind was probably too stressed. In any case the main problem was fatigue, so the fear to have serious problems later, if I had forced my body too much, eventually let me decide to stop.

Besides that, in such conditions I didn’t enjoy the trip. It was pain more than fun.

Allenamento/Training

L’allenamento è costante tutto l’anno quindi gambe e fiato non mancano di certo. Ho l’impressione che sia anche troppo e che questa volta sono partito già stanco.

I practice cyclist training year-round so it was not missing for sure. Maybe it is even too much and this time I suspect I began my trip already tired.

Tappe/Stage

Il viaggio è durato 13 giorni più uno di riposo dopo il decimo giorno, che probabilmente avrei fatto meglio ad anticipare.

The trip took 13 days. I spent a rest day after the 10th stage but it would have been better to do it few days before.

N. Data

Date

Partenza

Start

Arrivo

Arrival

Km Tempo

Time

Media

Avg.

Disl.

Height

1 26/6 Bergamo Alessandria 162 7:29 21.7 296
2 27/6 Alessandria Albenga 131 6:34 19.9 210
3 28/6 Albenga Nice (F) 117 6:13 18.8 911
4 29/6 Nice S.te Maxime 102 5:27 18.8 564
5 30/6 S.te Maxime Toulon 85.7 4:30 19.0 564
6 1/7 Aix-en-Provence Arles 118 5:00 23.7 350
7 2/7 Arles Agde 144 6:35 21.8 223
8 3/7 Agde Le Barcares 119 6:01 19.9 409
9 4/7 Le Barcares Portbou (E) 75 4:11 18.1 796
10 5/7 Figuerese S.Susanna 124 6:12 20 1052
11 7/7 S.Susanna Tarragona 117 6:25 18.3 490
12 8/7 Tarragona Amposta 102 5:05 20.1 391
13 9/7 Castellò della Plana Sagunto 80.3 3:54 20.5
10 parole di…/10 words in…

Sia francese che spagnolo erano lingue a me pressochè sconosciute a parte le solite quattro parole che tutti conoscono. Prima di partire mi ero procurato il mio dizionario di sopravvivenza e lungo la strada ho sorprendentemente assimilato più di quanto potessi immaginare, riuscendo ad esprimermi decentemente quel minimo che serve nelle situazioni di base (la strada, in hotel e simili). C’è da dire che partendo dall’italiano dopo un po’ si riesce a capire in modo accettabile cosa ti dicono, almeno per concetti semplici relativi alle indicazioni stradali… Non molta gente parla inglese nei due paesi che ho attraversato (a parte in hotel, ovviamente).
A parte il dizionario mi è rimasta impressa la frase “disculpen las molestias” (ci scusiamo per il disagio) che sentivo alla stazione di Valencia in attesa del treno del ritorno.

I had almost no knowledge of French and Spanish languages (apart few words like yes/no/thank you). Before leaving I was supplied my survival dictionary and on the road I was surprisingly able to learn something more to talk with people in varius basic situations (road directions, hotel and so on). As Italian I found not too complicated at least to understand local people in such situations. Not many people speak in English in both countries (apart hotels, of course).
Besides the dictionary I liked very much the sentence “disculpen las molestias” (sorry for the inconvenience) I heard from Valencia’s station loudspeakers.

Italiano English Francese/French Spagnolo/Spanish
buongiorno good morning bonjour hola/buenos dias
buonasera good evening bonsoir buenas tardes
buonanotte good night bonne nuit buenas noches
si yes oui
no no non ni
un’informazione
prego…
an information please… une information s’il vous plait una informacion por favor
la strada per…? the road to …? la route pour …? la carretera para …?
destra right droite derecha
sinistra left gauche izquierda
sempre dritto straight toujours tout droit siempre derecho
indietro back en arrière hacia atràs
dove si trova… ? where is… ? où se trouve… ? donde se encuentra… ?
grazie thank you merci gracias
prego your’re welcome de rien de nada
acqua water eau agua
latte milk lait leche
frutta fruit fruit fruta
miele honey miel miel
pane bread pain pan
burro butter beurre mantequilla
dolci sweets pâtisseries pastelese
negozio alimentari food market magazin d’alimentation tienda de comestibles
hotel/pensione hotel hotel/pension hotel/pension
camera room chambre abitacion
ha una camera libera ? do you have a free room ? avez-vous une chambre de libre ? tienen una abitacion libre ?
una camera singola per una notte a single room for a night une chambre single pour une nuit una abitacion single para una noche
ristorante restaurant restaurant restaurante
Conclusione/Conclusion

A volte mi chiedo se ho fatto bene a fermarmi prima della meta prefissata. Riguardo le mappe rimaste (ormai poche), le altimetrie, le distanze. Tutto mi sembra facile adesso, forse bastava insistere. Ma sul momento ho veramente temuto di avere qualche problema serio se avessi perseverato più del giusto. Dal punto di vista pratico un fattore decisivo è stato che Valencia era forse l’ultima grande città collegata direttamente a Barcelona via ferrovia, senza cambi e con la certezza di poter caricare la bicicletta sul treno (da Barcelona si può prendere la nave direttamente per Genova e tornare facilmente in Italia).

Altre considerazioni. Primo, avevo troppo carico. La teoria che se il viaggio è lungo è meglio avere qualcosa in più vale fino ad un certo punto. Quello che è sufficiente per una settimana sarà sufficiente per due, tre e così via (a meno di viaggi veramente lunghi in cui si prevede che il clima cambi sensibilmente). Prima o poi i panni da qualche parte si lavano (fosse anche sotto la doccia, metodo che ho sperimentato e che, per quanto non sia come un giro di lavatrice, dà risultati discreti). Quindi il prossimo anno torno al bagaglio minimalista.

Seconda considerazione: ci vuole un supporto tecnologico per la navigazione e per trovare facilmente e velocemente strade alternative in caso di necessità. Navigatore/GPS, smartphone o uno di quei nuovi aggeggi tipo iPad o tablet pc. Valuterò quest’inverno come attrezzarmi.

Terza considerazione, la borsa anteriore è troppo piccola per il cibo. Mi conviene tornare alla vecchia borsa posteriore usata gli anni scorsi per portare qualcosa in più da mangiare e avere quello che serve a portata di mano in qualsiasi momento senza doverlo cercare per negozi al momento del bisogno.

A parte tutti questi ragionamenti, resta la domanda finale: ho già un conto aperto con il Baltico, adesso questo con il Mediterraneo. Ma non sarà il mare che mi porta iella ?

Sometimes I ask myself if I did the right thing stopping my trip prematurely. I look again to the last maps left, hills profiles and distances. Everything looks easy now, maybe I could have insisted a little. But at the moment I was really afraid to have serious problems if I had continued that way. Valencia was chosen because it was probably the last big city where is possible to get Barcelona by train without changes (from Barcelona the easiest way to go back to Italy is by ferry).

Some other considerations. First, I had too much load. The stuff for one week is fine also for two, three or more (unless very long trip where a considerable weather change is foreseen). Second, I need a tech support for driving directions: GPS, smartphone, iPad or similar are almost mandatory to ride complicated roads made for cars. I will take a look to the market this winter. Third, I need more space for carrying food. I will get back to my old rear pannier with thermal hysolation, to have all I need all the time.

Foto album

Diario di viaggio giorno per giorno / Travelog day by day