Sicilia Con Stop 2014

 

1000km nel giardino dell’Eden

Messina Cefalù Castellammare del Golfo Selinunte  Porto Empedocle Noto Acireale Messina

 

 

sicilia

Se alla Sicilia togliete “il traffico”, quello dello zio di Johnny Stecchino, rimane il paradiso. Questa è la conclusione dopo il “Sicilia Con Stop 2014”. I 1000km del periplo dell’isola mi hanno immerso in una natura dalla bellezza che ha pochi eguali e lascia una traccia indelebile in chi la visita. Sembrano le solite parole trite e ritrite sull’argomento. Andateci e verificate voi stessi.

L’idea di questo viaggio dormiva nel cassetto da un po’ di tempo, in attesa dell’anno buono e soprattutto di una pianificazione accurata come le altre volte. E’ stato necessario invece svegliarla di soprassalto e tirarla fuori dal cassetto nel giro di pochi giorni, in sostituzione del viaggio in Albania e Macedonia che era  previsto per il 2014 ma che è stato annullato ad un solo giorno dalla partenza per un grave impedimento. A quel punto la cosa più facile da pianificare era  un viaggio “a kilometro zero”, un percorso ad anello in Sicilia con partenza e arrivo nella casa di famiglia, lungo le strade della “Sicilia Non Stop“, una manifestazione ciclistica legata al mondo delle randonnee che percorre all’incirca lo stesso itinerario in metà del tempo che ci ho messo io. Questa soluzione non necessita di trasferimenti prima di iniziare o per tornare a casa (a parte il trasferimento dal profondo nord), la lingua è ben nota, il turismo sviluppato senza problemi per i pernottamenti anche senza la “lista di conforto” degli alberghi (non c’era tempo per farla), l’itinerario quasi obbligato senza doverci studiare troppo.
Tempo totale per l’organizzazione: tre giorni.

Il viaggio inizia da una località sul mar Tirreno a 15km ad est di Milazzo, dove trascorro ad anni alterni la parte di vacanze estive che avanza dai viaggi (se ne avanza), e dove, se non siete patiti della vacanza balneare (come non lo sono io) non c’è niente di particolare nè da fare nè da vedere, ma è la storica casa al mare di famiglia, ci sono diversi parenti nelle immediate vicinanze e mi sento a casa mia. C’è però tanta carne al fuoco per ciclisti, in un mix mare-monti che spazia dal “pilone” di Capo Peloro in riva al mare fino al fuoco dell’Etna a 2000m (volendo anche 3000 ma non in bicicletta).

Data Km tempo media alti
11-lug Rometta – Cefalù 164.4 7:55 20.7 1214
12-lug Cefalù – Castellammare del golfo 143.3 6:59 20.5 990
13-lug Castellammare del golfo – Selinunte 146.6 7:19 19.9 970
14-lug Selinunte – Porto Empedocle 98.4 5:04 19.4 951
15-lug Porto Empedocle – Comiso 122.6 5:24 22.6 946
16-lug Comiso – Noto 96.4 5:53 16.3 1321
17-lug Noto – Acireale 121.1 5:51 20.6 644
18-lug Acireale – Rometta 116.5 6:25 18.1 1083

Il giro si svolge seguendo la costa in senso antiorario: partenza da casa in direzione Palermo, per poi percorrere il lato sud dell’isola e infine il lato ionico. La strada è sempre sostanzialmente pianeggiante, o per meglio dire sembra pianeggiante, dato che il dislivello giornaliero è stato sempre intorno ai 1000 metri; l’unica vera salita sarà comunque tra Comiso e Ragusa, 10km con 400m di dislivello; per il resto asperità sempre limitate in lunghezza e difficoltà, ma non poche. Un’altra salita di una certa entità si trova a pochi km dal traguardo, ma volendo è evitabile. La prima tappa si conclude a Cefalù, sforando notevolmente il kilometraggio inizialmente previsto nella pianificazione di massima, ma che a lungo termine si rivelerà una scelta giusta. Cefalù è una rinomata località con il tipico centro storico per chi vuole immergersi nella tradizione, o un’ampia
offerta balneare per chi preferisce abbronzarsi. Da Cefalù si prosegue sempre verso ovest. Avendo allungato la prima tappa l’arrivo a Palermo è in un’orario abbastanza anticipato rispetto ad un normale fine tappa. Inoltre preferisco fermarmi in piccoli centri piuttosto che in grandi città, dove il tempo per visitarle in maniera approfondita non c’è, mentre nei piccoli paesi bastano mezzo pomeriggio e la serata per immergersi nell’atmosfera locale senza perdersi niente. Attraverso quindi il capoluogo della regione e mi dirigo oltre il massiccio promontorio del Monte Pellegrino, il classico simbolo della skyline palermitana. Supero Punta Raisi e veleggio verso Castellammare del Golfo. Veleggio si fa per dire perchè c’è un forte vento contrario dal primo metro di strada, che però sarà provvidenziale per non patire minimamente il caldo, che da queste parti può essere un avversario molto duro da affrontare. Castellammare si rivela una bella sorpresa e riempirà piacevolmente il pomeriggio e la serata.

Una salitella, non lunga ma abbastanza impegnativa mi attende subito dopo colazione il giorno successivo, per proseguire sulla SS187 che viaggi alla base del promontorio di S. Vito lo Capo. Purtroppo da Castellammare non è possibile costeggiare fino al capo all’interno della Riserva Naturale dello Zingaro, luogo rinomato e di grande bellezza (almeno così dicono i locali e i depliant turistici). In ogni caso quello che vedrò sulla strada per Trapani non è certo di seconda scelta. La SS187 si dipana in un ambiente verdissimo e collinare che riempie gli occhi. Un po’ di salita mi attende lungo la strada per Valderice per poi concludersi in picchiata scendendo a Trapani. Da Trapani a Marsala il percorso porta alle celebri saline e ai mulini a vento. A Marsala il primo giro di boa: Capo Lilibeo, il punto più occidentale della Sicilia. Sosta pranzo al capo, sotto l’unica ombra d’albero disponibile. Davanti a me mare cristallino e un paesaggio inondato di sole. Poi via ancora sulla SS115 verso Mazara del Vallo. Ancora kilometri con il mare a pochi metri, una breve puntata all’interno per dirigermi a Castelvetrano, dove non ci sono (o non trovo io) posti per dormire. Una oscura indicazione stradale mi devia dalla retta via portandomi però verso quella che si rivelerà, nei pressi di Selinunte, la serata più alternativa rispetto allo schema bicicletta-hotel-ristorante.
Il giorno dopo si prosegue per MenfiSciaccaPorto Empedocle, lungo un percorso che per un tratto non breve si snoda su una pista ciclabile. Il resto sempre sulla SS115 Sud Occidentale Sicula, dove, complice il forte vento adesso a favore, veleggio – veramente stavolta – con grande facilità e divertimento ciclistico. A Porto Empedocle, nei pressi di Agrigento, mi fermo e sarà una serata dedicata all’immersione nella vita del posto, con grande piacere nell’ascoltare le conversazioni di chi popola la piazza del paese parlando nella mia lingua madre che assaporo come fosse una fetta di cassata.
All’inizio della successiva giornata si lambisce la Valle dei templi; due maestosi reperti si ergono nobilmente a poca distanza dalla carreggiata. La strada prosegue verso Palma di Montechiaro, la città del Gattopardo, e quindi Gela, sede di un imponente impianto industriale di raffinazione del petrolio. Il clima è fresco e il vento a favore mi fa procedere con andature da motorino. A Gela abbandono la costa proseguendo sulla SS115 per dirigermi verso la prima tappa del Barocco tour, che inizia a Comiso. Dopo il primo assaggio di barocco concluderà la serata una cena a base di arancini, uno dei più tradizionali street food siciliani. Il barocco tour prosegue il giorno dopo attraversando Ragusa Ibla, Modica e Noto, in un tripudio di marmo bianco e giallo, che riempie letteralmente gli occhi di bellezza maestosa.

Da Noto riprendo la via di buon mattino in direzione Siracusa. Non posso esimermi dal fermarmi a fare un giro tra i resti archeologici del centro fino alla spettacolare piazza del duomo di Ortigia. Proseguo quindi in direzione Catania. Comincia a fare più caldo del solito: Catania è luogo di leggendaria calura e non si smentisce mai. L’unica ora di gran caldo del viaggio la patirò tra Priolo e la zona di Augusta fino alle porte della città etnea, dove solo un tappeto di nuvole mi salverà. Forse contribuisce alla sensazione di calore il lungo attraversamento della zona degli impianti petrolchimici di Priolo e Augusta, a loro modo interessanti nella pur evidente bruttezza. Attraverso Catania sul lungomare di lava nera per fermarmi infine ad Acireale.
L’ultimo giorno vede scorrere sotto le ruote lo spettacolo di Taormina per poi perdersi nei villaggi della costa ionica-sud messinese che a dire il vero poco di interessante offrono. Ultima breve fermata al centro di Messina e ultima asperità di un certo rilievo, ma che merita veramente per la bellezza e la tranquillità della zona, ovvero la salita da Messina ai Colli Peloritani che taglia il percorso verso casa di un buon numero di km su strade che peraltro conosco a memoria. Ultimissimi km e infine il traguardo al cancello di casa, lo stesso che avevo attraversato otto giorni prima per iniziare l’avventura.

Un viaggio in queste zone merita una pianificazione molto più accurata di quella da me fatta, per non perdersi niente dei luoghi attraversati, ma la situazione era tale che meglio di così non mi era possibile fare. In ogni caso è stata comunque una bellissima avventura piena di natura e di luoghi interessanti.

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