Gran San Bernardo

Col du G.d S.t Bernard

Bikermary

Bikerfab

Aosta (600m s.l.m.) – Passo del Gran San Bernardo (2462m s.l.m.) – 35km


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Fondovalle

L’estate sta finendo e bisogna sparare le ultime cartucce. Dopo il grande successo di Italia 2011 l’entusiasmo è alle stelle. Nell’ordine metto in fila il Moncenisio, Aprica e Tonale, Stelvio da Bormio (in occasione di Stelviobike 2011). Restano forse un paio di fine settimana utilizzabili. Prossimo obiettivo: Gran San Bernardo, un 2500 di tutto rispetto che si rivelerà ancora meglio di quanto immaginassi. Da Aosta sono 35km di salita verso il confine con la Svizzera, e aggiungendo un po’ di riscaldamento iniziale (stavolta non mi frega) la giornata totalizzerà 96km, cifra notevole per un over 2000. Siamo in due, mi accompagna Bikermary che ormai è stata svezzata alle grandi montagne e ha già al suo attivo lo Stelvio dai due versanti (Prato e Bormio).

Ridente paesello valdostano

Trasferta di buon mattino verso la Val d’Aosta e base di partenza a Nus, località a 10km dal capoluogo. Arriviamo sul posto verso le 10:30, scarichiamo i nostri bellissimi velocipedi di carbonio e titanio malamente stipati in macchina e si parte. Raggiungiamo Aosta con passaggio davanti al celebre Arco di Augusto, simbolo della città e imbocchiamo Avenue Gran San Bernard, dove inizia la salita.

I primi 20km non sono particolarmente impegnativi, una statale sul fondovalle, qualche ridente paesello valdostano (Gignod, Etroubles, Sant Oyen) e pendenze intorno al 5-7%, con 5km molto facili in mezzo. Durante questo primo tratto ci fermiamo a mangiare in un’area di sosta con panchine e vediamo passare un gruppetto di una decina di ciclisti tutti con la stessa maglia. Il panino e la torta di mele hanno il sopravvento sulla nostra già scarsa verve agonistica, per cui quando ripartiamo hanno diversi minuti di vantaggio. Siamo sui 1000m.

Ruscello

Ai 1300 raggiungiamo e superiamo gli ultimi due del gruppetto, pesantemente staccati dal resto dei compari. A Saint-Rhemy-en-Bosses raggiungiamo il bivio che devia il poco traffico verso il traforo mentre noi prendiamo la strada per il passo che di lì a poco entra nel bosco e si fa più duretta. Poco dopo il bivio la scritta sull’asfalto “VAI FABIO VAI” è di buon auspicio. Il motore gira bene e un po’ più avanti raggiungo altri tre del gruppo, faccio qualche minuto di strada assieme a loro e poi me li lascio piano piano alle spalle. Bikermary è solo 200m più indietro, il suo ritmo è regolare e procede senza difficoltà.
Ai 1900m c’è un altro spazio sosta, ci fermiamo a mangiare il resto della pasta al forno e intanto arrivano i tre di prima; quando stiamo per ripartire anche gli altri due.

Tornanti

Mancano 6km al passo e inizia lo spettacolo. Una possente parete rocciosa è davanti a noi: si vedono tre livelli di strada che prendono quota molto rapidamente e si arrampicano sulla parete con lunghe rampe che si attorcigliano da un tornante all’altro. La pendenza si fa di tutto rispetto, intorno all’8-9%. Vado veramente bene e mi mangio le tre rampe in poco tempo. Ai 2200, dopo alcune casette d’alta quota, la parete finisce e la vista si apre su un anfiteatro di selvaggia bellezza, dove massicce torri di roccia sono incastonate su pendii di sfasciume (termine che mi piace molto e rende bene l’ammasso informe di spigoli taglienti e pietre frantumate dalla furia degli elementi).

Piramidi di roccia

Altre curve in mezzo a un paesaggio di pietroni lanciati da ciclopi innervositi, infine la galleria paravalanghe, con la prima parte chiusa ma ben illuminata. So che alla galleria ormai ci siamo e mi gusto la pedalata soda che srotola i metri di asfalto sotto di me. Poi l’ultima curva e improvvisamente la violenza visiva del paesaggio si placa e appare il laghetto del passo. Bikermary arriva subito dopo; gli altri, ripartiti dalla sosta prima di noi arrivano qualche minuto dopo, ma si erano fermati a metà a fare foto e salutare qualcuno di loro conoscenza.

Il lago sul passo

Esploriamo l’affollata zona del valico con l’Ospizio di S. Bernardo, varie foto celebrative e socializzazione con altri escursionisti, ciclisti e non. Obbligatorio acquistare un po’ di cioccolata svizzera (che darà le necessarie energie per la discesa…), poi però bisogna cambiarsi e sbrigarsi a scendere perchè comincia ad farsi tardi. Una nuvoletta fantozziana ha coperto il sole e la temperatura scende a 16 gradi, bisogna coprirsi e tornare presto a quote più umane. Discesa velocissima e puntatina finale ad Aosta per mangiare un panino allietato dall’esibizione di una banda di cornamuse per celebrare il gran finale di stagione ciclistica.