9 – 8/7: Brasov – Targoviste, 144km


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Carpazi – The Carpathians

Da Brasov si segue la strada n.73 per Bran. Inizialmente e pianeggiante e a distanza, a sinistra e di fronte, si vedono le cime dei Carpazi. Si viaggia per circa 25km fino all’abitato di Bran, sede del castello che la leggenda vuole di Dracula. A Bran inizia la salita verso il passo a 1254m. Saranno quasi 700m di dislivello su una delle strade più belle che io abbia mai percorso. La salita non è molto dura e mi porterà in cima con panorami bellissimi su colline verde smeraldo e le cime rocciose dei Carpazi visibili a distanza.

Salita al passo Bran – The road to Bran pass

Si arriva in cima dopo circa 20km di tornanti. Dopo il passo inizia un tratto in discesa, si passa per Rucar poi si risale ancora nella zona di Dragoslavele e quindi di nuovo discesa fino a Valea Mare-Pravat dove si trova un imponente mausoleo (Mausoleul Eroilor de la Mateias, dedicato agli eroi della guerra di unità nazionale del 1916-18). La salita è a tratti dura ma il posto è veramente bello e i piccoli centri abitati che si incontrano non hanno niente a che fare con i villaggi derelitti visti prima. L’area del mausoleo è affollata di turisti e c’è sempre qualcuno che chiede al viaggiatore solitario in bici da dove è partito e dove arriverà. Da Valea Mare si scende di nuovo fino alla biforcazione che devia per Targoviste. La strada inizialmente non è molto bella, si passa per uno scalcinato stabilimento industriale, ma poi si infila in una valle accanto ad un fiume rivelandosi piacevolissima; inoltre è in leggera discesa e la bicicletta corre da sola. Più avanti la valle si aprirà e gli ultimi km fino a Targoviste saranno di pianura.

Dragoslavele

From Brasov I follow road n.73 to Bran. It is initially flat and on the left and front view there is a great sight on Carpathian mountains. It takes about 25km to reach the Bran village and its castle, the castle of Dracula legend. In Bran starts the ascent to Bran pass, at 1254m above sea. About 700 meters to climb on one of the most beautiful roads I have ever run on. The ascent is not very steep and will take me on the top with great landscapes on green hills and rock Carpathians behind them.You get the top after 20km of hairpin turns. After the pass starts a descent road, through Rucar then climbing again nearby Dragoslavele then again descent to Valea Mare-Pravat where there is a big monument (Mausoleul Eroilor de la Mateias, dedicated to the heroes of the war for national unity, 1916-18). The ascent is sometimes hard but the place is really beautiful and the small villages on the road have nothing to do with the poor villages of the latest days. The monument place is crowded of turists and there is always somebody who asks the lonely traveller on bike where he comes from and wher he is heading to. From Valea mare there is again a descent until the diversion to Targoviste. The road is initially not very nice, you pass beside an old industrial plant, but later it runs in a narrow valley along a river showing a very pleasant landscape. Besides that it is slightly descent and the bicycle runs without effort. The last kms to Targoviste will be on flat road.

10 – 9/7: Targoviste – Bucuresti – Giurgiu, 152km


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Bucuresti

C’è poco da dire. Infiniti rettilinei in pianura, la strada 71 che successivamente confluisce nella n.7 a Tartasesti. I primi 50km sono molto fastidiosi, la strada è stretta e i camion numerosi. Gli ultimi 15km fino a Bucarest saranno migliori, ci sono due corsie per ogni senso di marcia e la strada è abbastanza larga per tutti e con la bici si viaggia in sicurezza. Attraverso Bucarest con grande facilità, diversamente da quello che mi aspettavo prima della partenza. Temevo una caotica metropoli con una alienante periferia di stradoni ad alta velocità, mentre invece troverò un traffico molto tranquillo, una periferia molto meno estesa di quello che immaginavo, e un po’ di confusione solo nelle vie più centrali. I cani randagi delle periferie di Bucarest di cui ho tanto sentito parlare apparentemente non sembrano dare più di tanto fastidio al prossimo. Io ho solo incontrato un po’ di cani solitari che vivono apparentemente tranquilli in mezzo alla gente, impegnati a cercare da mangiare. In ogni caso le statistiche parlano di migliaia e migliaia di cani e comunque, rispetto alle nostre città dove effettivamente non se ne vedono quasi mai, la loro presenza si nota. Lascio la città seguendo la direzione Giurgiu lunga la strada n.5 molto larga e sicura. Paradossalmente le strade più grandi e a scorrimento veloce sono le più sicure perchè c’è spazio a sufficienza e in questo caso una intera corsia laterale che non viene usata dalle auto. Poco traffico ma caldo implacabile nella grande pianura danubiana che mi accompagnerà fino a Giurgiu. La Romania è terminata e non si può dire che non sia stata avventurosa.

Not very much to say. Endless straight and flat road, n. 71 then n.7 (from Tartasesti). First 50km are very annoying, the road is narrow and lorries are frequent. Last 15km to Bucarest will be much better, 2 lanes and enough space for everybody, I will feel travelling safe on this road. I pass throug Bucarest very easily, differently than what I expected before starting my journey. I was afraid of finding a cahotic huge city with alienating suburbs with fast traffic roads. I will find instead a very quiet traffic, not very large suburbs, a little traffic more in very center area. About alley dogs of Bucarest suburbs I had heard in the past, I have seen just few lonely and quiet dogs much more interested to look for food than disturbing people. Anyway statistics reports thousands of them and compared to our cities where you almost never say alley dogs, their presence is noticed. I leave the city heading to Giurgiu along road n.5, very large and safe. Low traffic but very hot weather until Giurgiu. Romania is finished and you can’t say it was not adventurous.

11 – 10/7: Giurgiu – Veliko Tarnovo, 126km


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Fin qui tutto ok – Everything is fine so far

Da Giurgiu si segue la strada per la Bulgaria. Ci vogliono alcuni km per raggiungere la frontiera. Arrivato nella zona della dogana prendo la corsia che porta verso il posto di controllo. Lungo questa strada ci sono delle casupole prefabbricate con della gente seduta fuori. Ad un certo punto una donna di fronte a una di queste casupole mi fa cenno di accostare. Potrebbe essere per il controllo passaporti, anche se a dire il vero non mi sembra, ma non si sa mai e comunque la donna mentre mi sto fermando mi dice proprio “passport control”. Mi si avvicina un giovane ben vestito che tira fuori dalla tasca una cravatta e la indossa (non mi sembrava di essere così elegante da meritare un’accoglienza in cravatta, ma tant’è…). Non è chiaro cosa vogliano, non sembrano male intenzionati ma l’unica cosa sicura è che quello non è il posto di controllo dei passaporti. Il personaggio con la cravatta si rivolge verso di me e io gli chiedo “excuse me, passport control ?”.
Risposta: “no”, “ah ok, thanks, bye”. Riaggancio il pedale e riparto, loro non mi dicono niente e la cosa finisce lì. Cosa volessero non si sa, probabilmente spillarmi dei soldi in qualche modo, ma direi che se la loro perseveranza è la stessa con tutti dubito che a fine giornata riescano a portare a casa la pagnotta… Più avanti inizia l’enorme ponte sul Danubio, all’imboccatura del quale ci sono due alte colonne di marmo per ogni lato. Una guardia mi dice che è vietato scattare fotografie. Comunque in mezzo al ponte c’è una grande scritta “Bulgaria” e nessuno mi impedisce di catturare il “trofeo”. Attraverso il fiume e dall’altro lato c’è la frontiera con il (vero) controllo passaporti, un’altra foto di straforo al cartello stradale in lingua originale che indica la Bulgaria e si parte. Rousse sembra una grossa città industriale piena di smog, si vede la nube giallognola che aleggia sulla testa e l’aria è veramente puzzolente. Seguo inizialmente per Sofia, poi inizierà la strada 5 per Veliko Tarnovo. La strada è buona, asfalto perfetto (solo di grana grossa) e molto ondulata. I saliscendi sono continui. Usciti da Rousse l’aria è nettamente migliore e la strada si inoltra nella campagna. I centri abitati sono molto distanti tra loro e si viaggia per km nel nulla. Il traffico è moderato e la strada è grande e sicura. Inoltre auto e camion sembrano rispettare molto di più il ciclista a differenza di quanto succedeva in Romania. Non ti fanno il pelo in sorpasso e non invadono la carreggiata opposta (cioè la vostra) quando stanno sorpassando qualcun altro, ignorando totalmente la vostra esistenza. Devo dire che inizialmente l’ingresso in Bulgaria mi aveva un pò turbato, anche se non saprei dire perchè. Ho viaggiato per alcuni km con una certa preoccupazione generica, ma col tempo mi sono tranquillizzato. Poco fuori Rousse avevo anche chiesto conferma della direzione ad una stazione di servizio e il gestore aveva risposto che si, quella era la direzione giusta per Veliko Tarnovo, ma aggiungendo un “good luck” con il tono di chi vuole sottintedere “se ci arrivi….”. La cosa non aveva certo contribuito a tranquillizzarmi!
La strada 5 prosegue in aperta campagna, leggere ondulazioni, non vere e proprie colline. A Obretenik bisogna fare una deviazione per lavori che costringe a passare per Tsenovo. Significa prendere una strada minore, ma tutto va per il meglio, anche su questa l’asfalto è buono. Ci sarà una lunga discesa che pagherò non solo con la successiva salita che serve solo a riportarmi alla quota inziale, ma soprattutto con una preziosissima bottiglia d’acqua che avevo comprato in mattinata e che è saltata via dalle borsa in cui l’avevo approssimativamente stivata. Dopo Tsenovo si raggiunge Byala e si riprende la 5 per Veliko Tarnovo. I saliscendi non danno tregua e la tappa si rivelerà molto faticosa, anche per il gran caldo che mi ha costretto a fare diverse soste presso stazioni di servizio per rifocillarmi e bagnarmi un po’. Al bar di un villaggio in cui mi ero fermato a comprare qualcosa da bere ho una breve quanto linguisticamente improbabile conversazione con due uomini del luogo, che termina con una brindisi.
Pochi km prima di Veliko Tarnovo una provvidenziale fontana sulla strada mi permette di concludere la tappa in bellezza. L’avvicinamento alla cittadina è preannunciato da alte rupi rocciose che si stagliano poco distante. L’ultima curva e finalmente la deviazione, una breve salita che porta al centro abitato dell’antica capitale della Bulgaria dove trovo un bellissimo hotel ad un prezzo tutto sommato contenuto.

From Giurgiu the road reaches the Bulgaria border in few kilometers. In the douane area I take the lane to passport control point. Along this road there are some small buildings with some people sit outside. While I’m passing in front of one of them a woman tells me to stop. It could be the passport control, though, to be honest, it does not look like it, anyway you don’t know and besides that the woman actually said “passport control”. A young man well dressed comes close to me, takes a tie out of a pocket and wears it (I was not so elegant to deserve a welcome with a tie, but anyway…). I can’t understand what they want from me, they seems not to be threatening but this is not for sure the passport control point. I ask the guy in tie: “excuse me, passport control ?”, “no””ah ok, thanks, bye”. I just lock again the pedals and leave. They don’t say anything and it’s over. I still don’t know what they wanted, probably to take me some money, but if they give up so easily like with me I doubt they will bring anything home… Few hundreds meter later there is the huge bridge on the Danube river. At the beginning there are two high marble columns on each side. A guard warns me that photo are not allowed. Anyway in the middle of the bridge there is a big “Bulgaria” sign and nobody can prevent me to catch the “trophy”. I cross the river, on the other side there is the (true) passport control border point, another picture to the Bulgaria road sign in cyrillic and I leave. Rousse is a big industrial city with a lot of smog, you can even see the yellow and smelling cloud lying on the skyline. I follow initially the road to Sofia then the road n.5 to Veliko Tarnovo starts. The asphalt is quite good but the road has a lot of ups and downs. Getting out of Rousse the air is again clean and the road runs in the countryside. Villages are very far away each other. Traffic is low and the road is large and safe. Car an lorry drivers have a much better behaviour with cyclists than in Romania where they basically invaded the opposite lane (your lane!) when overcoming another vehicle, without caring at all of cyclist coming in front of them. To be honest when I entered Bulgaria I didn’t feel very fine, I had some generic worry (don’t know exactly why). Just out of Rousse I had asked a road direction in a fuel station; they had told me that it was the road to Veliko Turnovo, also saying a “good look” like if they wanted to mean “if you will get there…”. This was not really a good wish, anyway, after some time I got fine and my worries were over. Road n.5 continues in the countrySside with some small hills around. In Obretenik I must turn on a diversion for road works. I must go to Tsenovo on a minor road but no problem, asphalt is fine. A long descent will be paid with a long ascent to get again the same altitude later, but above all with a precious bottle of water that I will loose because of vibrations. Past Tsenovo the road is again n.5, again lot of ups and downs without rest, the day will be very tiring and very hot. Just few kilometers before Veliko Turnovo a nice fresh fountain helps me to finish the trip. Around the city high rocky (rupi) then the last turn right, a short ascent to the urban area of the ancient capital of Bulgaria with the hystorical buildings.

12 – 11/7: V.Tarnovo – Kazanlak, 97km


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Monastero bulgaro – Bulgarian monastery

La mattinata è fresca, qualche nuvola ma il tempo è buono. Non c’è più la calura di ieri. Riprendo la strada n.5 che prosegue senza grandi asperità. Qualche piccola ondulazione ma non continua e faticosa come ieri; il paesaggio è molto pacifico, il traffico scarso e si viaggia bene. In alcuni tratti si sale più regolarmente e si guadagna un po’ di quota. Dopo Gabrovo inizierà l’ascesa al passo Shipka, 1328 slm. Nei pressi della città la strada ha una deviazione, a destra vanno i TIR, dall’altra parte si va dritto e si attraversa il centro. Pensando di evitare per un po’ il traffico pesante vado dritto, ma forse la scelta migliore è l’altra, più diretta e senza passare per il centro abitato. Inoltre questo percorso fa perdere un po’ della quota guadagnata in quanto per arrivare a Gabrovo si percorre una lunga discesa. La deviazione in effetti non è molto dispendiosa in termini di tempo, in mezz’ora si attraversa la città e si esce dall’altra parte ai piedi della montagna, ma a quel punto arriva il fattaccio: foratura posteriore, la prima del viaggio (la seconda sarà fatale, vedremo più avanti). Calma e sangue freddo, mi fermo davanti ad un bar con un poco di ombra e cambio la camera d’aria. In venti minuti riparto, la pressione non è più come prima ma non riesco a fare di meglio anche con le bombolette di CO2 compressa. Inizia la lunga scalata al passo (15km), molto bella e spesso in ombra, regolare e non troppo dura; sono circa 1000m di dislivello. Non saranno poche le auto in panne con l’acqua che bolle lasciate alle mie spalle lungo la salita. Al passo è d’obbligo una foto della torre panoramica e poi la discesa, bella e divertente, nonostante la ruota non mi lasci tranquillo. A Shipka c’è un vento fortissimo che mi fa decidere di chiudere le giornata raggiungendo Kazanlak che si trova a circa 12km, proseguendo sulla strada 5 per Stara Zagora invece di deviare subito verso la valle delle rose in direzione Sofia, di cui avvisto il primo cartello stradale. Sarà una buona scelta sia per la sicura presenza di alberghi in città, sia perchè troverò un negozio di biciclette che mi rigonfierà la ruota posteriore ad una pressione maggiore (anche se non sufficiente ad evitare una seconda foratura).

The morning is fresh, just few clouds but the weather is fine. The air is not anymore hot like yesterday. The road n.5 continues without many difficulties, some ups and downs sometimes but not so hard an continuous like the previous day; the landscape is very peaceful, very little traffic and the bike runs very well. After Gabrovo the long ascent to Shipka pass (1328m) will start. Near the city the road has a diversion: big lorries go to the right, if you continue straight you will reach city center. Thinking to avoid lorries for a little time I decide to take the city road but probably the other choice is more direct. Besides that Gabrovo is at the end of a long descent. Anyway, the diversione is not very time-spending, in half an hour you get out the city on the other side and start the long ascent to pass, but suddendly my luck leaves me alone: puncture at rear wheel, the first one (the second one, the fatal one, will be few days later). Calm down, dismount the rear wheel and change the tube sit at the shadow of a small drink bar on the road. I’m very quick, in 20 minutes I’m ready to go again, but pressure is no more like before. The long (15km) ascent to pass starts, very beautiful, often under the trees’ shadow, regular and not too hard. It will be about 1000m of climbing. I will see several broken cars with boiling water. At pass top photo of panoramic tower and then descent, very nice and funny, though the rear wheel makes me worry a little bit. At Shipka village the wind is strongest and I decide to stop in Kazanlak, the main city at about 12km, continuing on road n.5 instead of turning toward Sofia on the Rose valley road. It will be a good decision because of the sure availability of many hotels and because I will find a bike shop where they will inflate my rear wheel at a good pressure (though not enough to avoid the second puncture).