13 – 12/7: Kazanlak, giorno di riposo/rest day

Kavarmà, piatto tipico bulgaro – Kavarmà, a typical bulgarian recipy

Il vento è ancora molto forte, nella notte dalla finestra dell’albergo si sentiva fischiare una tempesta, per cui decido di restare in città per attendere che diminuisca e anche per smaltire la salita di ieri che seppur non eccessivamente dura ha lasciato un po’ di fatica nelle gambe. Ne approfitto per svegliarmi con calma al mattino, riposare ancora un po’ nel pomeriggio e dare un’occhiata in giro senza meta.

The wind is still very strong, during the night it was almost like a storm, so I decide to have a day rest waiting for better weather and to give my legs the time to recover the long pass ascent. I wake up late in the morning, have a rest in the afternoon and give a look around.

14 – 13/7: Kazanlak – Sofia, 198km


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Cocomeri al fresco – Fresh cocumbers

Ancora vento a Kazanlak, anche se un po’ meno dei giorni precedenti. Lascio la città in direzione Sofia sulla strada n.6. Il vento cambia spesso direzione, per i primi 30km circa la strada è abbastanza pianeggiante, poi ha qualche saliscendi di poco conto e supera una piccola collina nei pressi di Kalofer. A destra si vedono le montagne superate due giorni prima e in alto la torre panoramica del passo Shipka che vista da qui è veramente piccola e lontana. A Rozino la strada inizia a salire in modo più deciso fino a raggiungere una quota di circa 7-800 metri, livello a cui si viaggerà per molti km, avendo a destra la montagna e a sinistra la Valle delle Rose. Si sale fino ad Anton dove inizia una lunga discesa fino a Pirdop e Slatitsa. A Chelopech si attraversa una zona verdissima, la montagna è ormai lontana e la strada si snoda in un paesaggio molto bello attraverso una valle stretta e circondata da colline. Dopo Mirkovo ricomincia la salita; viaggio da più di 150km e la fatica inizia a farsi sentire. Salgo molto lentamente per conservare le forze, mi sento un po’ in crisi ma ormai ho deciso di arrivare a Sofia, anche perchè non mi sembra di avvistare possibilità di pernottamento in zona. Gli ultimi alberghi di cui ho conoscenza sono a Mirkovo mentre a Sofia sicuramente troverò qualcosa. La strada avrà ancora due tratti in salita prima di arrivare agli ultimi km di rettilineo pianeggiante che portano a Sofia. A Sarantsi finisce l’ultimo tratto faticoso e bisogna solo arrivare per inerzia in città, il cui centro dista comunque ancora almeno 30km. Si entra a Sofia su uno stradone veloce ma il traffico non è molto intenso, non ci sono problemi particolari. La periferia di Sofia non finisce mai, è un infinito rettilineo con centri commerciali ed edifici industriali abbastanza distanti tra loro, con niente in mezzo. A distanza, sulla sinistra, si vede la città e di fronte le alte montagne che la circondano. Al momento di arrivare in albergo saranno 198km, il mio record fino ad ora. Lungo la strada della valle delle rose ho incontrato Steff, un giovane cicloturista svizzero che arrivava dalle zone della ex-Yugoslavia e proseguiva in direzione Istanbul (dalle ultime notize che ho letto sul suo blog risulta che è arrivato a destinazione).

The weather is still windy in Kazanlak, though not like yesterday. I leave the city heading to Sofia on road n.6. The wind often changes its direction, for 30km the road is quite flat, then some up-and-down not very hard and a little hill near Kalofer. On the right you see the mountains and the panoramic tower on Shipka pass appears really small and far away. In Rozino the road starts ascending going to about 7-800m a.s.l., altitude that will be kept for many kms, with the mountains on the right and the Rose Valley on the left. In Anton starts a long descent to Pirdop/Slatitsa. In Chelopech the road enters in a very green and narrow valley surrounded by hills. After Mirkovo the road is again ascending; I have been travelling for 150kms so far and suffer a little bit. Climbing the hills very slowly to save energies I feel very tired but I decided to reach Sofia, also before there seems not to be hotels in this area (the last seen is in Mirkovo). The road will have two more ascendings before getting the last kms of straight and flat road to Sofia. In Sarantsi the hard road eventually finishes and you only need to have the strenght to get the city center that is still 30km far from there. Entering Sofia through a large fast road is quite simple and safe. Suburbs seems to be neverending, just straight road with shop malls and commercial buildings sometimes, nothing in the middle. On the left the city skyline and in front of you the high mountains that surround the city. I stop in an hotel when my trip computer shows 198km, my longest distance ever. On the rose valley road I met Steff, a young bike traveller who is coming from former-Yugoslavia area heading to Istanbul.

15 – 14/7: Sofia – Sandanski, 150km


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Chiesa russa a Sofia – Russian church in Sofia

Al mattino prima di lasciare la città faccio un giro e qualche foto nel bel centro storico. Per uscire da Sofia si segue boulevard Makedonia e boulevard Zar Boris III. Sono belle strade larghe, ma c’è un problema: prima di lasciare definitivamente il centro e inoltrarsi sulla strada per Pernik ci sono circa 10km di pavè da percorrere. L’alternativa è una specie di striscia pedonale scassata, che comunque è sempre meglio di un milione di cubetti di porfido, ma la velocità di crociera è al massimo 15km/h. Finalmente si lascia la città, il pavè finisce e riprendo la strada normale. Ci sarà ancora una collina da superare (e due cani da cui fuggire velocemente), poi dopo Pernik circa 20km di quella che sembra a tutti gli effetti un’autostrada. Il traffico è molto scarso per cui si viaggia in tutta sicurezza, l’unico problema è il caldo e i lunghi saliscendi, con salite lunghe e dritte e discese a 50km/h. Più avanti la strada ritornerà normale in una valle larga dal paesaggio piacevole, la vegetazione comincia ad essere caratteristica di zone calde, quasi mediterranea; è discesa continua e la bici va forte senza alcuno sforzo. Si attraversano tanti piccoli centri poco distanti tra loro. Lungo la strada, sulla sinistra, si incontra l’indicazione per il monastero di Rila, uno dei più famosi della Bulgaria. Sarebbe una tappa obbligata ma si trova a 30km all’interno, sulle montagne, per cui direi che non se ne parla neanche… A Blagoevgrad inizia la vera e propria valle della Struma, il fiume è vicino e le pareti dellavalle si stringono. Il paesaggio è bellissimo, la valle è sinuosa e la strada tutta curve, molto divertente da fare in bicicletta.

Valle della Strouma – Strouma valley

A Kroupnik la valle si stringe ancora di più, tra pareti rocciose e curve continue (simile alla Val Taleggio in provincia di Bergamo, per chi conosce il posto). La discesa è ancora continua anche se meno pronunciata di prima. Dopo Kresna la valle si apre, si attraversano alcuni centri abitati. Dopo Stroumyani gli ultimi interminabili km fino a Sandanski, che sembra non arrivare mai. La cittadina è in cima a due lunghi rettilinei in forte pendenza, che sotto il sole potente del primo pomeriggio tagliano definitivamente le forze, ma un bell’albergo con piscina mi rimetterà a nuovo.
Dei 150km totali i primi 50 sono un po’ ondulati, il resto sarà tutta discesa fino quasi a Sandanski, gran divertimento in bici e strada spettacolare. Unico neo, la strada è abbastanza trafficata, forse l’unico tratto in cui ho trovato un traffico effettivamente paragonabile a quello italiano.

Before leaving Sofia I take a short tour in the beautiful city center. To get out Sofia I run along boulevard Makedonia and Boulevard Tsar Boris III. They are very large and good roads, but there is a problem: before leaving city center you need to run on 10km of pavè blocks. The alternative is a sort of pedestrian strip with bad asphalt – better than one million of stone squares, but cruise speed is no more than 15km/h. Eventually you leave the city center, pavè finishes and you take a normal road. After an hill nearby Pernik (and two dogs to quickly escape from…) the road turns to something very similar to a motorway. Traffic is very low so running is safe without problems, but it is very hot and long ups and downs make travelling quite hard. Later the road will be again normal, in a large valley very nice, where nature is typical of warm regions, almost mediterranean. It is a contiunous descent and the bike goes very fast without effort. You pass through many small villages close each other. On the way there is the diversion to Rila monastery, one of the most famous in Bulgaria. It should be a mandatory stop to visit, but the monastery is on the mountains about 30km far from the main road, so I don’t even think to go there…
In Blagoevgrad the actual Struma valley starts, the river is very close and valley gets narrow. The landscape is great, the road is continuously turning left and right, among rock walls. The road is still descending though less than before. Past Kresna the valley opens and after Stroumyani there are the last kms left to Sandanski that is on the top of a long and hard ascending straight road divided in two parts by a short flat. The early afternoon sun is very hot and cuts your strenght, but a beautiful hotel with pool will help me to recover.
The first 50kms are quite hilly, then you’ll run almost always on a long descent along a great road up to Sandanski. The only problem is the traffic, rather high, probably the only place with traffic comparable with the usual one in Italy.

16 – 15/7: Sandanski – Thessaloniki, 131km


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Grecia

Durante la tappa precedente, fermandomi in una stazione di servizio per un po’ d’acqua e per mangiare qualcosa, avevo comprato una mappa della Grecia. L’idea di fare un paio di tappe in questo Paese mi frullava in testa e così la sera prima avevo studiato un possibile percorso. L’itinerario iniziale prevedeva dopo Sandanski di deviare verso la Macedonia e quindi l’Albania. Sulla mappa avevo visto che era possibile entrare in Grecia, arrivare al mare a Salonicco e poi riprendere la strada verso l’interno e ricollegarmi al percorso iniziale a Bitola in Macedonia. La cosa avrebbe comportato uno o al massimo due giorni in più del previsto, ma avevo molto tempo a disposizione per cui la decisione è presa: si va in Grecia e questo sarà il “viaggio dei tre alfabeti” (latino, cirillico e greco). L’idea è entusiasmante e la strada conferma la bontà della scelta. Dopo Sandanski in pochi km si raggiunge la frontiera a Kulata, foto di rito con il cartello gigante “HELLAS” e poi direzione Thessaloniki (Salonicco). La strada è bellissima, varia e in mezzo alla natura, abbastanza pianeggiante e attraversa centri abitati dai nomi classici (uno per tutti, Sidirokastro). Fino alla deviazione verso Serres è tutto tranquillo, poi inizierà qualche difficoltà altimetrica; dopo un rettilineo di circa 15km la strada sale lentamente sulle alture del monte Vertiskos. La salita non è particolarmente dura e la quota raggiunta non sarà elevata, ma saranno 35km di ascesa continua e senza tregua sotto il sole. La natura è tipicamente mediterranea, i colori e i profumi sono quelli del sud e questo ripaga la fatica, che però è tanta e resa ancora più dura dal caldo e dal sole. A bordo strada ci sono dei cartelli che indicano la distanza da Thessaloniki. Si inizia a salire a circa 70km, la sofferenza finirà al km 104. Pochissimi i centri abitati che comunque non saranno sulla strada (solo indicazioni per deviazioni laterali), per cui l’unico modo per avere un po’ di tregua è fermarsi alle stazioni di servizio. La strada è perfetta anche se in molti tratti ci sono lavori in corso. La lunga discesa verso Salonicco termina ad un grande incrocio in cui dritto e a destra si va verso piccoli centri che non erano indicati sulla mia carta. L’unica cosa sicura è andare a sinistra, direzione indicata Thessaloniki, anche se la strada sembra diventare una superstrada o qualcosa del genere. Non c’è assolutamente nessuno a cui chiedere informazioni. Vado a sinistra, non ci sono segnali di divieto e mancano solo 12km, anche piano piano ma arriverò presto in città dove sicuramente una doccia mi aspetta da qualche parte. La strada diventa veramente una superstrada veloce a 3 corsie, c’è la corsia di emergenza che comunque per la bici è più che sufficiente, è un tratto in salita, so che ce la farò, ma di nuovo la ruota posteriore mi tradisce con un’altra foratura (tra l’altro nella strada più liscia e perfetta che si possa immaginare !!).

La mia ruota sarà ancora lì ?

Fa un caldo violento, la corsia dove mi trovo è comunque piccola e non mi sembra un buon posto per smontare tutto (borse, portapacchi e così via) per riparare la ruota. Del resto nel tempo che ci metterei per ripararla, se qualcuno mi carica in auto arrivo in città e la sistemo con calma in albergo. Decido così di segnalare la mia presenza sventolando una maglia. Dopo qualche minuto una macchina con una coppia a bordo si ferma e mi chiedono se ho bisogno di aiuto. Spiego che non è niente di grave, ho solo preso quella strada per sbaglio e poi ho rotto la bici, ho solo bisogno di essere portato in città. Dopo qualche commento da parte di lei sul fatto che attraversare l’Europa in bicicletta sia una cosa folle (evidentemente non ha mai provato…), si prodigano per caricare la bici sulla macchina che è già più che carica dei loro bagagli. Nel trambusto del carica e scarica, sposta gli zaini, tira la bici di qua e spingila di la, per farla entrare più comodamento stacco la ruota davanti. Carico la bici e le mie borse, provo a entrare dietro per vedere se ci sto e se si chiudono tutti gli sportelli. Ok, perfetto, possiamo andare. Un attimo di distrazione sarà fatale. Dopo qualche minuto mi rendo conto che la ruota anteriore è rimasta appoggiata al guard-rail. Tornare indietro non è possibile, ormai la ruota è persa. Ringrazio caldamente i miei salvatori e vengo lasciato davanti ad un albergo; mi viene spiegato dove trovare un buon negozio di biciclette nei dintorni, che però non avrà una ruota adatta alla mia forcella. Decido con un po’ di rammarico di chiudere qui l’avventura. A mente fredda ho ripensato che appena arrivato in albergo avrei potuto farmi portare in taxi sul luogo del fattaccio per recuperare la ruota che quasi certamente avrei trovato. Purtroppo anche il fatto di non trovare una ruota adatta al negozio ha spento definitivamente la mia voglia di continuare. Credo che se l’avessi trovata avrei proseguito regolarmente. Ormai mancavano pochi giorni, comunque la parte a cui tenevo di più era fatta ed è stata avventurosa ed entusiasmante, anche se non priva di difficoltà. Sono stati 1727km, dal profondo est ai confini con l’Ucraina fino al mare della Grecia, non mi posso lamentare.

Ultima nota: un itinerario presumibilmente meno duro del monte Vertiskos dovrebbe essere quello che qualche km prima di Sidirokastro devia per Vironia/Rodopolis. In ogni caso, per evitare il tratto finale superstrada si deve seguire verso Philyro.

Arrivare in Sicilia via bus+nave+bus sarà più faticoso e scomodo dei 1700km in bici. Per non parlare del ritorno in treno dalla Sicilia a Milano alcuni giorni dopo, in cui le ferrovie italiane non perderanno l’occasione di una vergognosa performance con 5 ore di ritardo e un cambio treno non previsto a Roma, con tutti i fastidi e i disagi del caso.

During the previous day, stopping at a fuel station to have some water and food, I had bought a map of Greece. I had the idea to travel for a couple of days in this country so I studied a possible route. The initial route went from Sandansky to Makedonia and Albania. On the map I had seen that I could go to the sea in Thessaloniki (Greece) and then going back to countryside to join back to the original route in Bitola (Makedonia). It would have taken one or two days more, I had lot of time to spend so I decided to go. This one will be the “three alphabets journey”. The idea seems great and the road will confirm it was a very good idea. Few kilometers past Sandansky you get the border in Kulata, picture at the huge “HELLAS” road sign and then head to Thessaloniki. The road is wonderful, various and in a great landscape, quite flat and passing by villages with classical names (like “Sidirokastro”). Up to Serres it’s easy, then there will be some climb. After 15 straight and flat kilometers the road begins climbing on the Vertiskos mountain. It is not a big mountain, actually just a hill, but they will be 35km of continuous ascending without rest under the sun. Nature is typical mediterranean, colors and scents are southern. On the road side small signs indicate the distance from Thessaloniki. Ascent starts at km 70 and finishes at km 34. Very few villages around (and they are not on the road, you see just arrows to go somewhere), so the only way to have a rest and some water is stopping at fuel stations you find sometimes. The road is perfect (with many works in progress).
The long descent to Thessaloniki ends at a big road crossing, straight or turning right the road goes to small villages not marked on my map, Thessaloniki is on the left. It seems to be the only sure direction, so I turn left though the road seems to get into a highway or something like that. There is absolutely nobody to ask. Let’s go, there are no warning signs, just 12km are left, even very slowly I will reach the city where a shower is waiting for me. The road quickly turns in a 3-lanes fast motorway, I go slowly on the most right lane (the emergency lane that is more than enough for a bycicle), it is an hard ascent but I know I can do that, but the rear wheel is again unfair with me. Another puncture (in the most perfect road you can imagine!)
The sun is hottest and the lane where I am is not narrow but anyway not the best place to spread all my bags and bycicle’s parts around to repair the wheel. I decide the it’s better to ask a car to bring me to the city and repair the bike once in hotel, with calm and under the shadow. I wave a shirt and after few minutes a car stops. A man and a woman ask me if I need help, I explain that it is nothing bad, just I took that road for mistake and broken the bike, and I just need to get the city. The lady argues that crossing Europe alone on a bycicle is a something totally crazy, but after that they help me to load the bike on the car. Such car is unfortunately already full of their bags so it is not an easy operation. We have to make some effort to arrange everything and let the bike enter inside the car. After some time we eventually get it. To make it easier I had dismounted the front wheel. After entered the bike we all sat into the car to see whether everything fits and all doors close. Everything seems ok, let’s go! After few minutes I realize that I left the front wheel lying on the guard-rail. Coming back is impossible, the wheel is lost. Anyway I thank very much my helpers that bring me to an hotel. I will try to buy another wheel in a shop but they don’t have one suitable for a racing bike. I feel mentally tired now and decide to stop my adventure and come back home. Later I thought I could have asked a taxi to bring me to the place where I had left the wheel (I would have very likely found it) but my mind refused to continue.

Actually the trip was almost completed so I’m quite satisfied. 1725km from “deep east” close to the Ukraine border up to sea in Greece.

Last note: a less hard route from Sandanski should be the road that few kms before Sidirocastro turns right to Vironia/Rodopolis. Anyway to avoid the last part on highway turn to Philyro at the big crossing.