11 – 1/8 – Piešťany – Žilina, 140km


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Un compagno di viaggio ? A travel mate ?

La strada 507 corre pianeggiante, con qualche leggero saliscendi qua e la. A Beckov passo vicino ad uno dei tanti castelli della Slovacchia, arroccato su una roccia massiccia. A Trenčín dovrei passare il fiume Vah per continuare sulla stessa strada 507, ma dopo l’attraversamento della città non è chiaro come proseguire. Non trovo la strada che cerco, per cui opto per un’altra strada, la 61 direzione Púchov-Považská Bystrica, che corre sull’altra riva del fiume, parallela alla 507. La 61 è una grande strada ma il traffico è molto tranquillo e scarso; potrei riprendere la 507 dopo pochi km ma non vale la pena, posso proseguire tranquillamente dove mi trovo. Passo per Dubnica e Ilava, cittadine con tipica architettura dell’est, particolarmente riconoscibile a distanza dalla “skyline” dei blocks tutti uguali, bianchi con i balconi rossi. Si potrebbe pensare che lo stesso progetto edilizio sia stato usato senza variazioni in tutta la Slovacchia. E’ uguale a quello che avevo visto l’anno prima avvicinandomi a Bratislava, e sarà uguale dovunque ci sia una cittadina di medie dimensioni.

In prossimità di Považská Bystrica l’autostrada, che corre nelle vicinanze parallelamente alla 61 (si passa molto vicino in alcuni punti), improvvisamente finisce e un traffico caotico, soprattutto di mezzi pesanti, si riversa sulla mia strada. Fortunatamente dopo pochi km trovo un’indicazione per Bytča, attraverso nuovamente il fiume Vah e ritorno sulla strada 507, dove il traffico è di nuovo quasi nullo.
A Bytča le indicazioni per Žilina portano di nuovo sulla 61, ma seguendo inizialmente per Makov (strada 18) senza percorrere il ponte sul Vah si ritrovano le indicazioni per Žilina, sempre sulla 507.
Gli ultimi km sono molto belli: a destra un grande pianoro erboso, a sinistra delle basse colline verdissime. Entro a Žilina con la pioggia; troverò un albergo un pò fuori mano, indicata da un’agenzia viaggi trovata nel centro storico. In albergo la bellissima fanciulla del bar mi insegna la parola più simpatica incontrata in questo viaggio: “bublinkova“, che significa “gasata”, riferito all’acqua minerale.
A fine tappa siamo al km 1500.

The road n.507 runs flat with some slight up-and-down from time to time. In Beckov I pass by one of the many Slovakian castels placed on a massive rock. In Trenčín I should cross the Vah river to continue on the same 507 road but after passing through the city it’s not clear how to continue. I can’t find the road I’m looking for, so I decide to take road 61 to Púchov-Považská Bystrica, that runs ont he other side of the Vah river, parallel to 507.
Road 61 is a big road but traffic is very quite and light. It’s possible to come back to 507 in few kms but it’s not worth, I can continue on that road without problems. I pass through Dubnica and Ilava, medium-size cities with typical eastern look, clearly recognizable by the blocks skyline, white and red buildings all the same shape. You could think that the same building project has been used in the whole country. It’s the same I had seem last year approaching Bratislava, and it will be the same for every medium size city.
Near Považská Bystrica the motorway, that runs nearby, suddendly finishes and a cahotic heavy traffic, mostly of lorries, comes on my road. After few kms I found a direction to Bytča that allow me toget back the quiet road 507.
Once in Bytča arrows to Žilina drive you again on road 61, but following Makov (road 18) without passing on the bridge over Vah you find again arrows to Žilina.
Last kms are very beatiful: a grass plateu on the right and some green beautiful hills on the left. I enter Žilina under the rain; I’ll find an hotel quite far from city center, where the gourgeus girl at drink-bar will teach me the nicest word of this trip: “bublinkova”, that means “sparkling” (talking about mineral water).
At the end of this stage I got th 1500th km.

12 – 2/8: Žilina – Wisła (PL), 85km


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La "skyline" di Čadca (e di molte altre città in Slovacchia...) - The Čadca skyline (like most cities in Slovakia)

La “skyline” di Čadca (e di molte altre città in Slovacchia…) – The Čadca skyline (like most cities in Slovakia)

Alla partenza da Žilina pioviggina un po’ ma smette dopo breve tempo. La strada 11 verso Čadca è inizialmente una grande superstrada, probabilmente anche vietata alle biciclette, ma dopo 2km torna una strada normale; il traffico non è eccessivo, la carreggiata è larga e sicura, in leggerissima salita o con piccoli saliscendi senza difficoltà. Ai lati ci sono colline verdissime; sono in mezzo ai Bassi Tatra, che sono veramente bassi, perchè vere montagne in vista non ce ne sono. In prossimità di Krasno nad Kysucou c’è un tunnel e viene indicata la deviazione su una vecchia strada secondaria (che forse si poteva prendere già a Žilina). All’orizzonte, in direzione della Polonia, il tempo sembra migliorare. A Čadca il solito fronte di palazzoni tutti uguali tipici di queste zone, ma l’ingresso in centro è una piacevole sorpresa. C’è una grande piazza con tanta gente, che trasmette un senso di vita e animazione. Ne approfitto per fare qualche acquisto al supermercato, dove con grande gioia trovo il mio doping preferito di questo viaggio: dolci di pasta sfoglia farciti con una non ben precisata sostanza, simile alla marmellata ma dalla consistenza diversa, che si trovano nei supermercati e nei piccoli negozi di generi alimentari, insieme ad altre torte al cioccolato e con altre creme strane simili a ricotta, che ho provveduto a sperimentare in più occasioni, con grande soddisfazione del mio palato.

Dopo Čadca la strada si stringe e c’è un po’ di traffico, molti camion, che però sono abbastanza rispettosi del ciclista solitario (nessuno suona o si spazientisce, anche se a volte qualcuno deve starmi dietro per un po’ prima di riuscire a superarmi). Attraverso il confine con la Repubblica Ceca (si percorreranno circa 10km anche in questo Paese), sempre sulla strada 11 fino a Jablunkov. Il traffico dopo il confine è scarsissimo perchè i camion sono fermi alla frontiera in attesa dei controlli e ne esce uno ogni tanto, inoltre la strada è adesso molto larga. C’è qualche salita ma niente di particolare, il paesaggio attorno è sempre molto verde.
A Jablunkov si va a destra verso la Polonia, sulla strada 943. Iniziano delle salite terrificanti, saliscendi continui con rampe e muri pazzeschi. Passo la frontiera con la Polonia e seguo per Wisła, sulla 941, trovo ancora salite assurde davanti a me, lunghe poche centinaia di metri, ma alcune da fare letteralmente a zig-zag. Dopo Istebna e Andziolowka le salite si fanno più lunghe e regolari ma almeno umane (cioè intorno al 6-7%). A Wisła decido di fermarmi perchè per arrivare nelle vicinanze di Bielsko-Biała ci sono ancora altre salite (passo Salmopolska, circa 500m di dislivello, una decina di km). Trovo un albergo bellissimo poco fuori Wisła, immerso tra le colline, in un verde meraviglioso, con boschi e prati tutto attorno.
Il tempo è fresco, ho dovuto mettere un po’ di abbigliamento invernale, ma almeno c’è il sole.
Dalla Slovacchia alla Polonia il paesaggio cambia. Si passa dalle škoda alle Fiat, e in generale la Polonia sembra più sviluppata della Slovacchia. Le abitazioni sono generalmente ben tenute, le auto mediamente recenti. Unico inconveniente (che mi perseguiterà fino a Varsavia): l’asfaltatore polacco.
Costui è certamente uomo rude e di maniere brusche e sbrigative, poco incline al lavoro di fino. Infatti le strade sono quasi sempre in uno stato pietoso, l’asfalto è rattoppato un’infinità di volte, con il risultato di procurare grande sofferenza al retrotreno della vostra bicicletta, ma soprattutto al vostro…

Rzeczpospolita Polska confine tra Rep.Ceca e Polonia - Border between Czech Republic and Poland

I leave Žilina under a light rain that stops after a little time. Road 11 to Čadca is initially a big motorway, probably forbidden to bikes, but after 2kms it is back a normal road; traffic is light, road is large and safe, with a slight steep or small up-and-down without difficulties.
On bothe sides there are green hills; I am in the middle of Low Tatras mountains, that are really low, because there are not true mountains visible around. Near Krasno nad Kysucou there is a tunnel; road signs drive you on the old road to avoid passing under the tunnel (this road can probably be taken just out of Žilina).
Looking towards Poland
the weather seeme to get better. I get Čadca, revealed by the usual skyline of blocks, but entering the city is a pleasant surprice. A big square is plenty of people, transmitting a sense of life. I have some shop in a supermarket where I found again my favourite doping of this trip: some typical Slovakian sweets, made of a pastry stuffed of some unknown stuff, similar to jam but somehow different. I found several of such sweets in supermarket and small food shops, together with other cakes I tryied on the road, with great satisfaction. Past Čadca the road gets narrower and busy, many lorries that are actually very respectful of the lonely biker (nobody sounds the horn or get nervous even if he has to stay behind me for a while before being able to overcome my bike). I pass through Czech Republic border (the trip runs about 10km in this country too), on road n.11 up to Jablunkov. Traffic after the border disappears because lorries are stopped for police controls and the road is now very large. There is some slope but nothing particular; the view is very beautiful around. Passing through Jablunkov I turn right to Poland, on road n. 943.

Now some terryfing steep slope begin, continuous up-and-downs, with incredible ramps. I pass the border with Poland and follow to Wisła on road 941. Again incredible steeps, just few hundreds meters but really terrifying. After Istebna/Andziolowka steeps are longer and regular but at least “normal” (about 7%). In Wisła I decide stopping because to get Bielsko-Biała there are still quite hard steeps (Salmopolska, about 500ms up, 10kms).
I find a very beautiful hotel just out of Wisła, in the middle of wonderful green hills, green and forest all around.
Weather is fresh, I had to put some winter clothes, but it is sunny.
From Slovakia to Poland landscape changes. Cars turn from škoda to Fiat and generally Poland seems in better condition than Slovakia. Buildings are usually good looking, car recent. The only problem for a biker is the condition of roads: the road are very bad and I had to run continuously bumping my back, that will be very stressing and annoying after 400kms.

13 – 3/8: Wisła – Oświęcim, 78km


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Auschwitz - Arbeit macht frei

Auschwitz – Arbeit macht frei

Un’altra tappa breve, perchè il percorso prevede la visita al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, che si trova presso la cittadina di Oświęcim (il nome polacco di Auschwitz). Da Wisła dirigo verso Bielsko-Biała lungo la strada 942, la salita è inizialmente leggera ma più avanti (dopo Malinka) la strada sale un po’ più decisa e impegnativa. Da fare con le borse è dura ma regolare. Si scollina al passo Salmopolska, a circa 900m s.l.m., dove c’è una bella vista delle colline circostanti. E’ una zona sciistica, ci sono cartelli indicanti gli impianti e le attrezzature di risalita sono nei prati a poca distanza. La discesa è molto bella anche se il fondo stradale è sconnesso, per cui si va relativamente piano. Si attraversa il centro abitato di Szczyrk, ridente paesello della zona, e seguendo le indicazioni per Bielsko-Biala si entra in città. Da qui in poi ci sono chiare indicazioni per Oświęcim, per cui non c’è pericolo di sbagliare. La strada è abbastanza buona, l’asfalto è quello che è, il traffico scarso. Si attraversa un paesaggio verde fatto di morbide collinette.

Arrivo ad Oświęcim intorno alle 14, prendo una camera in una specie di ostello gestito da religiosi. Nel pomeriggio visita al campo. Non c’è molto da dire in proposito (ovvero ci sarebbe tantissimo): è impressionante. Il campo di Auschwitz è fatto di costruzioni in muratura, adibite a museo dove sono esposti reperti e documenti. A Birkenau si entra dall’ingresso ferroviario, dove arrivavano i vecchi binari che portavano i treni dei deportati provenienti da tutta Europa, fino alla “Judenramp”, la rampa degli Ebrei, in cui i prigionieri venivano scaricati e, dopo una rapida “selezione”, inquadrati come forza lavoro oppure portati direttamente nelle camere a gas.

Another short stage, because I want to visit the Auschwitz-Birkenau lager, placed nearby Oświęcim (the Polish name of the place).
From Wisła I head to Bielsko-Biała along road n. 942. The slope is initialliy light and easy but after few kms the steep is hard (past Malinka it is about 7%). It’s hard but regular, not too bad even with the bags load. The highest place is Salmopolska, about 900 m. above sea level, where you can have a beautiful view of surrounding hills.
Downhill is beautiful though the road is quite bad and I go rather slow. Passing through the nice Szczyrk village and heading to Bielsko-Biała following road signs. Now there are clear directions to Oświęcim, it’s impossible to get the wrong road. Traffic is very light and you way is through a landscape made of smooth and green hills.
I get Oświęcim at 2pm and find a room in a sort of hostel. I spend the afternoon visiting the lager. It is not very much to say, or maybe it would be very very much: it is imprressive. Auschwitz lager is built of brick buildings used as museum, showing documents and objects belonged to prisoners. You enter Birkenau through the old railway gate, where the trains from all european countries brought the prisoners to the “Judenramp”, a large platfrom where prisoners did take off the train and, after a quick “selction”, used as workers or just sent to gas rooms.

14 – 4/8: Oświęcim – Opatowiec, 138km


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Cimitero di guerra a Cracovia - War cemetery in Krakow

Cimitero di guerra a Cracovia – War cemetery in Krakow

Da adesso in poi il percorso del viaggio si snoda più o meno parallelo al corso del fiume Vistola (Wisła in polacco), anche se il fiume si vedrà di tanto in tanto perchè le strade non sono sempre molto vicine all’acqua. Uscito da Oświęcim seguo la direzione Libiąż, dove prendo la strada 780 verso Cracovia. La strada è tranquilla, a tratti immersa in una foresta vera e propria. Il fondo è come al solito molto dissestato, migliora un po’ dopo Alwernia. L’ingresso a Cracovia è attraverso una bella periferia verde e una grande strada che mi porta fino ad un ponte sulla Vistola; seguo le indicazioni Centrum, ma dopo un po’ mi perdo nel traffico. Purtroppo (come al solito) non ho la mappa della città e in questo caso è una grossa perdita, perchè so che il centro storico della città è molto bello, ma non ho visto praticamente niente. Mi ritrovo su una strada che non ha nulla a che vedere con la direzione in cui vorrei andare; passo davanti ad un cimitero di guerra e ne approfitto per chiedere spiegazioni al custode, il quale in fluente polacco mi spiega, cartina alla mano, dove devo andare. Con l’aiuto delle mie dieci parole di polacco, a gesti e a versi più o meno capisco dove devo andare e riparto. Le dieci parole di polacco probabilmente sono giuste, perchè mi ritrovo lungo la strada 79 in direzione Sandomierz. La strada è diversa da quella che avevo previsto ma la direzione è quella giusta. Trovare la strada che mi ero prefissato è un’impresa (soprattutto senza mappa) per cui decido di proseguire. La strada sarà un po’ trafficata solo per una decina di km, il tempo di uscire dal centro abitato. Dopo 15-20km il traffico è di nuovo molto scarso, qualche mezzo pesante ma niente di preoccupante. Il fondo stradale è variabile, da liscio a una schifezza.
Attraverso piccoli paesi di campagna, modesti nell’aspetto ma non come in Slovacchia. La strada è leggermente in discesa, per cui posso tenere una buona velocità di crociera, per lunghi tratti a 30-35 km/h. Di tanto in tanto qualche saliscendi anche faticoso. C’è un hotel lungo la strada, ma è ancora troppo presto per fermarsi. Non trovo niente nella cittadina di Koszyce, che sembra un posto “civilizzato”, per cui proseguo fino a Opatowiec, dove trovo un albergo poco dopo il centro abitato, in un’apertura nel bosco circostante. In generale trovare degli alberghi sembra non essere facile come prima dove ogni 10-20km c’era sempre qualche posto dove dormire.
E’ stata la prima giornata fredda, temperatura tra i 17 e i 20°C, ma fortunatamente senza pioggia.

Socializzazione con la gente del luogo – Meeting local people

From now on the trip runs more or less parallel to Vistula river (Wisła in Polish), though the river will be actually visible just from time to time, because roads are not always very close to the water. Once left Oświęcim I follow the road to Libiąż, where I get road 780 to Krakow. This road is quiet, sometimes pass through a forest. The asphalt is as usual very bad, it gets better past Alwernia. Entering Krakow is through beautiful suburbs, a big road drives me to a bridge on the Vistula; I follow Centrum directions but I get lost in the traffic. Unfortunately I don’t have a city map (as usual…) so I cannot get city center. It’s really a pity, because I know that the historic center is very beautiful but I missed it at all. I am on a road that has nothing to do with my trip; I pass near a war cemetery and I ask to the guard, who explain me (in fluent Polish) where I have to go. With his map, a map and using my 10 words of Polish, more or less I understand and leave. Seems my 10 words of Polish are correct, because I find road n.79 to Sandomierz, different than the one I had choosen on my maps but anyway correct to go further. Road 79 is busy only for about 10-15 kms to leave city area, then the traffic is again very light, just some lorry but nothing worrying. Road state is varios, from flat to very bumping. I pass through small coutryside villages, modest in look but better than Slovakian. The road is slightly down-hill so I can get a quite fast speed (about 30-35kms/h). From time to time some up-and-down, sometimes rather hard. There is a hotel on the road but it’s too early to stop. No hotels in Koszyce city that seems to be a “civilized” place, so I have to go further up to Opatowiec, where I find an hotel just past village center, on the right side of the road.
In general it is not very easy to find a place to sleep. In the previous part of the trip I always had an opportunity about every 10-20kms, but in Poland things seems different.
It has been the first cold day, temperature about 17-20°C, but no rain.

15 – 5/8: Opatowiec – Sandomierz, 100km


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Alba a Opatowiec - Sunrise in Opatowiec

Alba a Opatowiec – Sunrise in Opatowiec

Niente di particolare da segnalare, la strada è sempre la 79, tranquilla e in mezzo al verde, con i soliti saliscendi estenuanti, a volte tratti pianeggianti. Mi fermo a Sandomierz, dopo soli 100km, sempre per il problema degli alberghi che non si trovano. Scopro che è anche un paesino rinomato con un bel centro storico. L’albergo è molto bello, faccio un giro in centro e poi cena riposo guardando un po’ di televisione. La tv polacca ha una curiosa caratteristica, che mi sarà confermata da altre persone: i film non sono doppiati, ma diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare, cioè che siano mandati in onda semplicemente con l’audio in lingua originale (come in Slovenia, ad esempio), l’audio originale è in sottofondo, a basso volume, mentre una voce commenta in polacco le scene (come da noi i commenti per i non vedenti). Il problema è che il commento ha il tono di voce di chi sta leggendo l’elenco telefonico.

Nothing particular today, road is still n.79, quiet and running through a green countryside, with the usual up-and-down, someting rather hard, sometimes flat. I stop in Sandomierz, after just 100kms, again because of hotel lack. I find out that it is a touristic place with an historic center. My hotel is very beautiful; I make a walk in city center ad have a dinner, then rest watching some tv.
Polish tv has a strange characteristic, that will be confirmed by local people: movies are not doubled in Polish, but differently than what you could expect, i.e. to have them just broadcasted in original language (like in Slovenja, for example), the original audio is in background at low volume, while a voice comments the scenes in Polish. The problem is that the voice tone is like somebody who is reading a telephone directory.

16 – 6/8: Sandomierz – Zwoleń, 132km


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Polonia verde - Green Poland

Polonia verde – Green Poland

Da Sandomierz decido di seguire ancora la strada 79. Il traffico è quasi inesistente (è domenica), il solito paesaggio verde, la strada è a volte costeggiata da un bosco. Tutto è molto bello, c’è grande silenzio e senso di solitudine. Passo per Ożarów e proseguo fino a Czerkazewice, dove incrocio la strada 754 che era quella che originariamente avrei dovuto seguire secondo i piani. Questa è una strada secondaria praticamente deserta, il paesaggio agreste è ancora più accentuato e ci si sente ancora più isolati. Va tutto bene fino a Solec nad Wisła, dove decido di fare una sosta e cerco, senza successo, i resti di un castello che è indicato nei cartelli turistici. Ho una vera e propria crisi di fame per cui desisto dal cercare il castello e mi fermo a mangiare qualcosa nella piazza del paese. Un ragazzo in tenuta da ciclista che era lì con la sua mountain bike a chiacchierare con gli amici si avvicina e mi chiede da dove arrivo. Espressione di meraviglia alla vista della mappa del viaggio e stretta di mano. Proseguo in direzione Janowiec ma la strada si fa sempre più dissestata, a tratti non è asfaltata. Dopo alcuni km rientro nella civiltà, ma per poco. Sono indicati alcuni percorsi ciclabili, uno dei quali porta esattamente a Janowiec, da dove posso raggiungere Puławy, ma la strada è sempre peggio, a volte assume un fondo sabbioso dove la bicicletta affonda letteralmente. Arrivo ad un ponticello di legno su un torrente con uno stagno, un posto bellissimo ma la mia corsa si ferma lì. E’ impossibile proseguire con la bicicletta da corsa, sono totalmente isolato dal mondo, non c’è niente e nessuno da nessuna parte. Torno indietro e seguo la mappa per ritornare sulla strada 79 e dirigermi a Zwoleń invece che a Puławy come previsto. La deviazione mi costerà almeno 20-25km in più del dovuto il giorno successivo, ma c’era poco altro da fare, considerando anche che l’ora cominciava a farsi un po’ tarda.

Poco fuori Zwoleń trovo finalmente un albergo dove fare una doccia e cenare. La giornata è stata faticosa, ma non priva di interessanti soprese, come il missile ucraino piantato nella piazzola di una stazione di servizio lungo la strada. Alla domanda “dove l’avete trovato ?” il gestore (un ragazzo giovane e alla mano) è stato quanto meno evasivo…
In albergo sperimento la zuppa polacca. Credo fosse di rapa o barbabietola (era rossa), devo dire molto buona; l’unico problema è che te la portano rovente. Poi cotoletta con patatine; il menu è in polacco, ma a versi e con le solite 10 parole di polacco arriva più o meno quello che pensavo, con l’aggiunta di un po’ di risate con la cameriera.

 Missile ucraino alla stazione di servizio - Ukrainian rocket at fuel station

From Sandomierz I decide to follow road n.79. It’s sunday, almost no traffic, the usual green landscape; the road sometimes goes through a wood. Eveything is very beautiful, great silence and solitude. I pass through Ożarów and go further up to Czerkazewice, where I cross road n.754, the road I had originally to follow based on my plans. This is a minor road, basically desert, countryside landscape all around and you fill even more lonely. Everything is fine up to Solec nad Wisła, where I have some food and look for an old castle’s ruin shown in some touristic indications (without findingi it). Pangs of hunger prevent me to continue, I give up looking for the castle and stop to have lunch in the village’s square. A young biker with his mountain bike, that was talking with friends nearby comes to me and asks where I come from. Great wonder looking at my trip’s map and handshake.
I leave heading Janowiec but the road gets worse and worse, some stretches are dirt. After few kms I get a village but just for a short time. Some bike tracks are shown on road direction signs, one of them goes exactly to Janowiec, from where I can get Puławy, but the road is even worse than before. The road-bed is sandy and my bike literally sinks. I get a small woodden bridge over a small river and a pond. The place is idyllic but my run stops there. Going further with a running bike is impossible, I’m totally hisolated, there is nothing and nobody nowhere. I come back and follow the map to return on road 79 and head to Zwoleń instead of Puławy. This deviation will cost me at least 20-25kms the following day, but I had nothing very much to do; also it was getting late.
Just past Zwoleń I eventually find a hotel wher I can have a shower and dinner. The day was tiring but not lacking of interesting surprices, like the Ukrainian rocket embedded in front of a tank station along the road. Aked “where did you find it ?” the station manager (a young and friendly guy) was quite evasive in his answer…
At dinner I try the Polish soup. I think it was made of beetroot (because of the red color), very good. The only problem is that they serve it you red-hot. After that cutlet with chips; menu is written in Polish, but with my usual 10 words I get more or less what I thought, with some laughs together with the waitress.

17 – 7/8: Zwoleń-Pulawy-Warszawa, 165km


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Warszawa - Centrum

Sono arrivato !!!

Una cosa assolutamente deleteria per il ciclista solitario che si appresta ad affrontare una lunga giornata in sella è una colazione scarsa. Non bisogna appesantirsi, ma un solo un bicchiere di latte piccolo, una marmellatina, un burrino e un po’ di pane non possono bastare, ma c’è poco da fare, in albergo non avevano altro. La cameriera è quella della sera prima e non posso trattarla male…

Da Zwoleń mi dirigo verso Puławy (lungo la strada 12) invece di proseguire sulla 79. La ragione è che a Puławy inizia la strada 801 che, oltre ad essere una strada minore quindi già di per se con pochissimo traffico, mi porterà a Varsavia senza diventare, nei sobborghi della città, una specie di autostrada, come sembra essere la 79 negli ultimi km. La previsione si rivelerà abbastanza giusta. La 801 è molto bella, immersa nel verde, e a tratti costeggia la Vistola a pochi metri di distanza. Si vedono diversi nidi di cicogne in cima ai tralicci della corrente. Il fondo stradale è sempre sconnesso, il massimo lo raggiunge in 5km di lastroni di cemento che mettono a dura prova il retrotreno, sia della bicicletta che mio. Fortunatamente avvicinandosi alla capitale la strada diventa finalmente liscia, il traffico è accettabile ma chiaramente aumenta in prossimità della città. Traffico che non sembra preoccupare minimamente le numerose mucche presenti sul bordo della strada (una delle quali però si insospettirà un po’ ai miei tentativi di fotografarla in questo ambiente poco consono ad un bovino, smettendo di brucare e guardandomi con circospezione). L’eccitazione è grande perchè vedo la meta ormai vicina, e diventa entusiasmo alla vista del cartello “Warszawa – Centrum 18” dove va fatta la foto obbligatoria con la bicicletta. La strada 801 diventa alla fine uno stradone a quattro corsie, ma ormai siamo in città. Il traffico è veloce ma non preoccupante, entro a Varsavia attraverso grandi viali (a bordo strada c’è comunque una pista ciclabile che per la verità ho preso solo a tratti perchè non ero sicuro che fosse sempre parallela alla via principale).
L’impatto con la città è imponente, grandi ponti sulla Vistola, palazzi e grattacieli a distanza. Mi avvio verso la casa degli amici che mi attendono e mi ospiteranno per qualche giorno, dove trascorro una piacevole serata in compagnia. Ironia della sorte, abitano nel quartiere chiamato Wlochy, che in polacco significa “Italia”. Il viaggio è concluso, è stato pieno di emozioni e di scoperte che rimarranno indelebili nel mio cuore.

The worst thing for a lonely biker who is going to face a hard and long day on saddle is a little breakfast: just a small dirnk of milk, a portion of jam and butter (the small ones you usually find in hotel) and a little bread. It gets me a little bit upset but I had nothing to do, they didn’t have anything else. The waitress is the same as the day before and I couldn’t treat her badly…

Bovini parcheggiati nei pressi di Varsavia - Parked cows near Warszawa

From Zwoleń I head to Puławy (along road n.12) instead of going further or n.79 (passing by Radom). The reason is that in Puławy starts road n.801, that is a minor road (i.e. with lightest traffic) will drive me to Warszawa without becoming a big motorway just entering the city, as n.79 instead seems to. My forecast will reveal to be quite correct. Road 801 is very beautiful, plunged in green countryside, from time to time it pass along the Vistula just few meters away the river. You can see nests of stork above electric lattices. The road-bed is bumping as usual, but the best (!) is during 5kms of large cement slabs that will be very hard for my bike back (and mine too). Approaching the big city the road gets better, traffic is acceptable but of course increments as much as you get close to the urban area. Such traffic seems not to worry at all many cows you can see on the border of the road (one of the will actually worry a bit for my attempts to photograph it, stopping feeding and looking at me with caution).
I’m very excited because I see my target wery close, and excitation becomes enthusiasm as I see the road sign “Warszawa – Centrum 18” where the mandatory bike picture must be taken.
Road 801 becomes a big, 4 lanes road, traffic is fast but not worrying, you enter the city through large boulevards (actually on the right side there is a bike track I used from time to time because I was not sure it was always parallel to main road).
Impact with the city is impressive, huge bridges on Vistula, skyscrapers and big buildings. I head to the place where my friends are waiting for me; I will be their guest for some days at her home, where I’ll spend a nice evening with them.The trip is successfully finished, full of emotions that I will keep in my heart.