5 – 1/7: Rotholz – Muenchen, 125km


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Acqua – Wasser

La giornata inizia molto duramente, con la salita verso l’Achensee. Dopo meno di due kilometri lascio la strada 171 e devio a sinistra sulla B181. Saranno 7km molto duri, salita secca che dopo una robusta colazione non è propriamente la cosa più piacevole da fare la mattina. La salita finisce a Maurach. Raggiungo l’Achensee, specchio d’acqua cristallino e limpidissimo, costeggiato da una pista ciclabile molto bella e tranquilla. La pista arriva ad Achenkirk, dove si riprende la strada normale. Viaggio tranquillo, mi sento bene, l’aria ha una temperatura perfetta, il cielo è limpido. Vedo una fontana a bordo strada e decido di fermarmi un minuto a fare rifornimento idrico. La fontana è a sinistra, rallento e lentamente giro la bici. Scalo un paio di rapporti per quando riprenderò la marcia e improvvisamente il cavo del cambio cede. Il comando dell’ Ergopower va a vuoto, il deragliatore posteriore finisce sul rapporto più duro e non si muove più. Cambio inutilizzabile. Tragedia.
Oltre al danno anche la beffa: sulla fontana c’è scritto Kein Trinkwasser, acqua non potabile! E’ la prima volta che, a parte qualche foratura, la bicicletta mi tradisce in modo così grave durante un viaggio. Purtroppo il cavo del cambio della bici da corsa è forse l’unica cosa che non so ancora riparare (tra quelle ragionevolmente riparabili per strada), non mi sono mai azzardato a metterci le mani. Andare avanti con il 14 è abbastanza improponibile, sicuramente impossibile in salita.

Viaggiare lentamente – Slow travelling

Le alternative sono il ritiro per guasto tecnico o provare a legare il deragliatore posteriore con una corda bloccandolo in qualche modo per tenerlo su un rapporto intermedio fino a trovare (chissà quando e chissà dove) un meccanico. Dopo un minuto di strada incontro un gruppo di ciclisti locali. Chiedo se c’è un Fahrradreparatur (meccanico di biciclette) nei dintorni. A loro volta chiedono in una Konditorei, una pasticceria dove erano entrati a mangiare qualcosa e mi rispondono che forse c’è ad una stazione di servizio poco più avanti. Ringrazio e mi avvio. Poche centinaia di metri e il miracolo si materializza: un negozio di biciclette da corsa, con annessa officina. E’ ora di pranzo ed è chiuso, ma aprirà dopo 45 minuti. Nell’attesa mangio anche io qualcosa. Arriva il titolare e rimette tutto a posto in poco tempo (in realtà è facile, mi sono documentato e devo imparare a farlo da solo). Lo ringrazio venti volte e riparto. Il viaggio può riprendere serenamente, la strada è tranquilla e statisticamente il cambio non si può rompere più per almeno altri cinque anni.
Procedo fischiettando (…) quando davanti a me accosta e si ferma una macchina bianca e verde con la minacciosa scritta POLIZEI sulla fiancata.
Fa cenno di fermarsi (ma chi, io ?), accosto e mi dicono che su quella strada non posso andare in bicicletta, è pericoloso (a me non sembrava affatto… evidentemente non sono mai stati in Italia). Il poliziotto è un po’ brusco ma cortese, interpretare il suo tedesco non è facilissimo ma alla fine ci comprendiamo. Mi dice che devo prendere delle strade laterali, che non sono propriamente lineari, ma in qualche modo mi oriento. Dopo un po’ di tempo però torno sulla strada principale. A Bad Toelz l’ultimo intoppo. Non manca molto a Monaco, basta prendere la strada giusta. Chiedo all’ufficio informazioni turistiche. Mi danno delle indicazioni che a me sembrano sbagliate, ma la signorina insiste. Saprà lei la strada meglio di me. Mi incammino e mi rendo conto che è, appunto, la strada sbagliata. Con qualche deviazione e 25km più del previsto arrivo a Monaco.

Achensee

The day starts very hard with the Achensee (Achen lake) climb. After less than 2km from the hotel I leave the road 171 turning left on B181. It will be a very steep and hard climb, especially if done on early morning after a good breakfast. The climb ends in Maurach. The Achensee is clean and blue and a nice bike track runs along the shore up to Achenkirk, where the route gets again into normal road. I’m running fine, the weather is perfect, clear sky. A fountain is on the left side of the road, so I decide to have a short stop to get water, crossing the road slowly and carefully. To start easily after the stop I change gear to a shorter one, but suddendly the switchgear cable breaks. The Ergopower command fails, the rear derailleur falls to the hardest gear and does not move anymore: unusable. Tragedy.

Il meccanico del miracolo – the miracle mechanic

Besides that, a small writing on the fountain says “Kein Trinkwasser”, “No drink water”. This the first time I have a so serious problem with my bike during a long journey (just some punctures). The racing bike gear cable is something I have never tryied to repair so this is a big problem. Running forward with the 14-gear is impossible especially on climbs. The alternative are to stop the journey for technical failure, or try to bind the derailleur to the frame with some wire to block it on an intermediate gear and go further looking for a bycicle mechanic (where ? when ?). After few hundred meters I meet a group of local bikers who are having a food-stop. I ask some help and they are told from the Konditorei (pastry and sweets shop) that maybe there is a mechanic at the next fuel station. I thank them and go. After few hundreds meters the miracle happens: a racing bike shop with workshop. It is closed for lunch but will open soon, so I wait and have some food too. The mechanic comes and repair my failure in a little time. I thank him 20 times and my journey can continue. The cable statistically cannot break anymore before next 5 years… After some time, while I’m running on a quiet road a POLIZEI car stops just 10 meters after me and waves pointing the road side (shall I stop ? me ?). The policeman says that I cannot go on this road, it is too dangerous (but I really didn’t see so much danger… anyway). He insists I must go on minor roads, so I change my route for some time.
In Bad Toelz the last …joke.
München is not very far away, it’s just a matter of finding the right road. I ask at Tourist Information Office and they give me directions that seems to me wrong. The lady insists – she will know the road better than me, I suppose. So I take the road following her directions and after few kilometers I realize that it is …the wrong road. 25km more than the planned route I eventually get München.

6 – 2/7: Muenchen – Regensburg, 143km


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München

Monaco al mattino è un brulicare di gente, come tutte le grandi città, e un gran traffico di biciclette. Attraverso la città viaggiando sulle piste ciclabili che affiancano il marciapiede. Procedo tranquillo, ad andatura – è il caso di dirlo – turistica. Da dietro arrivano a tutta velocità decine di biciclette guidate da gente che va a lavorare. Mi scampanellano per chiedermi strada, tanto che accelero un po’ per evitare di intralciare il traffico. Frotte di bambini piccoli in bicicletta e a piedi che vanno a scuola da soli. Arrivo nel centro storico, foto di rito a Marienplatz, il Nationaltheater di Max-Joseph-Platz e il Maximilianeum su Max-Plank-Strasse, palazzo storico che ospita il parlamento bavarese. Lascio quindi la città sulla B11, inizialmente su una pista ciclabile poi sulla strada normale (anche qui l’asfalto della pista è buono ma la strada è più pulita). Il paesaggio non è niente di particolare, pianura piatta e circondata da campi coltivati. A Freising lascio la B11 per la L301, più tranquilla e ancora meno trafficata, e adesso ondulata, molti saliscendi e paesaggio molto più vario e bello, la campagna bavarese morbida gialla e verde. Si attraversano piccoli villaggi con quello che io chiamo il “palo della cuccagna” bavarese, un palo molto alto con appese figure e nastri colorati. Il nome vero in realtà dovrebbe essere “Maibaum” (albero di Maggio).
Ad Abensberg inizia la B16, vietata alle biciclette. L’alternativa è su una strada laterale quasi totalmente deserta (passando per Anhofen e Unterteuerting). Si prosegue fino a Saal an der Donau, dove inizia un tratto della Donauradweg che porterà quasi fino in centro a Regensburg attraversando la campagna e le belle colline attorno al Danubio. Ultimi kilometri fino al cuore della città vecchia, con il grande ponte di pietra sul vecchio fiume che per l’ennesima volta mi vede attraversarlo.

Maibaum

In Muenchen on early morning there is a lot of people around, like any other big city, and a lot of bycicles. I run through the city on the bike tracks, at a slow, touristic speed. Behind me everybody rings and passes over very fast. Children by foot and on bikes go to school. I take some pictures in historic center, Marienplatz, Nationaltheater and Maximilianeum, the Bayern parliament building. I leave the city on B11, at first on the bike track then on the normal road. The landscape is nothing particular, flat and surrounded by fields. From Freising I leave B11 road to go to L301, even less trafficked, now hilly landscape, ups-and-downs, very beautiful and peaceful, green and yellow. Small villages from time to time.
From Abensberg the road B16 begins, forbidden to bikes. The alternative is a side road almost desert (passing through Anhofen and Unterteuerting). From Saal an der Donau the route joins to a part of Donauradweg, up to Regensburg city center, with the big stone bridge on the Danube river.

7 – 3/7: Regensburg – Horsovsky Tyn, 110km


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Baviera gialla e verde – Gelb und grüne Bayern

Parto col bel tempo. Esco facilmente da Regensburg, la città è tranquilla. Seguo la strada per il Walhalla, un edificio storico in cima ad una collina, fatto costruire da re Ludwig I di Baviera tra il 1830 e il 1842, dedicato a grandi personalità della Germania e in generale di lingua tedesca, di cui sono custoditi i busti in marmo. La cosa interessante è che ogni cittadino tedesco può proporre la candidatura di un personaggio a suo giudizio meritevole di entrare nel Walhalla. A Sulzbach si cambia direzione per cominciare ad avviarmi verso la Repubblica Ceca, che dista ancora circa 80km. Il percorso è subito duro, la strada ha continui saliscendi ma tendenzialmente si sale. Saranno circa 30km fino a Falkenstein, tra mille salite e discese e strappi a volte molto duri. Si va piano. Falkenstein è il punto più in quota, circa 300m di dislivello rispetto a Regensburg; da qui si scende ma ci saranno ancora dei saliscendi, ancora salita a tratti. A Michelsneukirke finalmente si scende in modo deciso. Sono molto stanco, la media è bassa. Da Cham a Furth im Wald seguo ancora strade locali parallele alla B20, ma questa volta trovarle è facile. Verso le tredici mancano ancora 80km da Plzen ma il confine con la Repubblica Ceca è vicino. Attraverso la frontiera e mi inoltro per una bella strada in mezzo ai boschi, un po’ stretta ma il traffico è scarso. La Rep. Ceca sembra essere luogo di casino e gioco d’azzardo, decine di pubblicità di locali notturni che propongono, neanche troppo velatamente, intrattenimenti …alternativi al tavolo verde.
Il tempo peggiora repentinamente; inizia a piovere e, anche se dopo una decina di minuti smette, il cielo all’orizzonte è nero e pesante e non promette niente di buono. A Horsovsky Tyn vedo che a distanza deve esserci un forte temporale. Fulmini e tuoni, decido di fermarmi dato che il posto offre diverse possibilità di alloggio. Poco dopo essermi sistemato in camera inizia a piovere intensamente e durerà per circa un’ora, per cui anche se è presto, la decisione di fermarsi è stata giusta.
A cena conosco un anziano signore tedesco che viaggia con la moglie; mi racconta che sta andando a rivedere i luoghi dell’infanzia che aveva abbandonato dopo la guerra quando i tedeschi che vivevano in Cecoslovacchia erano stati costretti ad emigrare. Una lunga chiacchierata in cui il mio tedesco darà il meglio di sè. Sono soddisfazioni.

Verso il Walhalla – Road to Walhalla

The morning is fine. I easily exit from Regensburg, the city is quiet and no traffic. I follow the road to the Walhalla, an hystorical building built by king Ludwig I of Bayern between 1830 and 1842, dedicated to great personalities of Germany.
In Sulzbach you change direction to go to Czech Republic, about 80km far away. The road is now hoard, continuous ups-and-downs but mostly climbs. They will be about 30km up to Falkenstein, continuously (often very steep) climbing and descending. Falkenstein is the highest place, about 300 meters above Regensburg level; after Falkenstein a good descent starts but again hills are waiting for me. From Cham to Furth im Wald I follow roads parallel to B20. At 1pm still 80km are left to Plzen but the border with Czech Republic is close. After the border I run on a beautiful road in the middle of a forest. The weather quickly turns bad, cold and light rain. The sky in front of me is dark and heavy. Crossing Horsovsky Tyn I see that a storm is going to come, with thunders and lightnings. I decide to stop; few minutes after settling in my hotel room a strong rain begins, for about 1 hour. Stopping was a good decision.
During my dinner I have a talk with an old german man who is travelling with his wife through the place of his childhood that he had been forced to leave very young when German people living in Czechoslovakia had to expatriate after World War II.

8 – 4/7: Horsovsky Tyn – Praha, 135


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Lago di ninfee – Water lily lake

Parto di buon’ora per cercare di recuperare un po’ di strada, dato che il giorno prima mi ero fermato abbastanza presto. Il tempo è migliorato, ancora nuvoloso ma con ampi spazi di sereno. La strada è tranquilla, solo i mezzi pesanti danno un po’ fastidio. C’è un forte vento a favore, fino a Plzen andrò fortissimo, lunghi tratti a 40km/h – la media di quel tratto sarà di 27km/h, che è altissima (fidatevi). Attraverso la periferia di Plzen che si presenta come una grossa città industriale, a dire il vero abbastanza squallida e tipicamente est-europea. Si segue direzione Praha, la strada giusta è per Rokycany, facilmente individuabile grazie a numerosi cartelli che guidano verso alcuni grossi supermercati sulla Rokycanskà ulicà. La strada termina in una vera e propria bretella autostradale, anzi penso proprio di aver percorso per qualche kilometro l’autostrada per Praga: strada a due corsie, corsia di emergenza, guard-rail metallico, spartitraffico centrale con siepe, velocità tipicamente autostradali. Del resto non sarebbe la prima volta che capita…
Prima di essere fermato da qualche altra pattuglia esco al primo svincolo seguendo Chraste e mi trovo, neanche a farlo apposta, sulla strada pianificata sulla mia mappa. A Rokycany faccio un po’ di spesa e mangio qualcosa. La strada ha ancora qualche saliscendi, attraverso piccoli villaggi; il tempo è peggiorato, fa freddo e devo mettermi addosso qualcosa di più pesante. A Kafez inizia un bel rettilineo in discesa, ancora vento a favore e alta velocità. Attraverso Zdice, Kraluv, Beroun, centri più grossi.

Plzen

Ad un distributore di benzina in cui mi ero fermato per una “sosta tecnica” incontro un gruppo di giovani cechi che stanno facendo un viaggio su dei vecchi ciclomotori, veri e propri cimeli storici anni ’70, carichi di sacchi a pelo e borse da viaggio non più moderne del mezzo meccanico, che sembrano usciti dagli anni settanta. Ci fermiamo qualche minuto a chiacchierare dei nostri rispettivi modi di viaggiare. Loro vanno solo un po’ più veloce di me, ma io probabilmente faccio più strada in un giorno. Gli ultimi kilometri sono di nuovo in collina, si sale fino ad arrivare a Rudnà per poi attraversare i primi sobborghi di Praga su una strada un po’ in quota, dove il cartello “Hlavnì mesto Praha” mi obbliga alla foto di rito, osservato da un ragazzo del luogo che riderà di gusto quando gli spiegherò che chi viaggia in bici si spara 1500km principalmente per fare le foto dei cartelli stradali delle città famose che attraversa. Successivamente si scende fino in centro città senza grossi problemi di traffico. Ad un incrocio mi fermo un attimo per capire da che parte andare quando vedo arrivare a grandi passi un uomo che ha parcheggiato l’auto quasi in mezzo alla strada, con i lampeggianti accesi, per venire a vedere la mia Bianchi da corsa. E’ un appassionato e non ha potuto fare a meno di avvicinarsi. Anche queste sono soddisfazioni.
Trovo un buon albergo e prima di cena faccio una passeggiata nel bellissimo centro storico brulicante di turisti, tra cui spicca una decina di tedeschi che cantano rumorosamente attorno ad un tavolo su una terrazza affacciata sulla Moldava, coadiuvati nella loro performance da svariati boccali di birra che fanno bella mostra di sè sul tavolo.

I leave early in the morning to try to recover the distance I couldn’t cover yesterday, since I stopped prematurely my stage because of a thunderstorm. The weather is better, still cloudy but with large space of clear sky around. The road is fine, just lorries are a little bit annoying.

Horsovsky Tyn

There is a strong tailwind, I wil run very fast up to Plzen – often at 40km/h. I pass through Plzen suburbs, not very beautiful though. The road to Praha is shown by large road signs and advertising of big shopping center on Rokycanskà ulicà, that is the road I must follow. The city road ends in an highway lane. I’m almost sure I run for some kilometers on the highway: two lanes road, emergency lane aside, metal guard-rail, high speed.
Before being stopped by Czech police I leave the highway at the first exit and find exactly the road I had planned on my map to go to Praha following minor routes. I have some food and shopping in Rokycany. The road is hilly, through small villages. The weather is worse than this morning and I must wear some warm clothes. From Kafez begin a long straight and descending road that helps me to go at high speed
.

Praha, casa danzante (Tančící dům) – Prague, dancing house

At a fuel station where I had stopped for a “pit-stop” I met a group of young Czech people who are travelling on old motorbikes, really historycal pieces, loaded with bags not less old. They looks like coming directly from the seventies. We chat few minutes about our way to travel: they are faster than me, but I cover more road every day.
The last kilometers are again hilly up to the road sign “Hlavnì mesto Praha”, the main Prague border, so I must take the “official” picture. A young man looks at me and will laugh very much when I explain him that bike travellers cycle for 1500km to take the pictures of road signs of the famous cities they find on the road.
Entering Prague is quite easy and painless, not much traffic and straight road up to the very city center. At a crossing I stop few moments to understand which direction to take and a man comes to me after having left his car almost in the middle of the road with hazard lights on, just to have a closer look at my bycicle.
Later I will have a walk in the beautiful city center; lot of tourists, the most interesting ones are a group of German who are loudly singing around a pub’s table near the Moldava river, helped in their performance by several glasses of beer.