9 – 5/7: Praha – Ceskà Lipa, 89km


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Kokorinsko

Dalla capitale Ceca si esce valicando una collina. Dall’albergo mi dirigo verso il centro storico per fare ancora un breve giro turistico e poi inizio a seguire le indicazioni ricavate da Google Maps la sera prima in albergo, tramite le quali trovo immediatamente e facilmente (ah, la tecnologia !) la strada verso Melnik. E’ una strada di media portata con traffico moderato. Non mi sento molto in forma e temo che l’aria condizionata in albergo (che ho dimenticato di spegnere prima di andare a dormire) ne sia la ragione. Inoltre fa freddo e c’è un fastidioso vento laterale/contrario. Dopo Melnik ricominciano i saliscendi. La strada è molto bella, immersa nel verde, tra i boschi le colline del Kokorinsko, un’importante riserva naturale della Boemia. Dopo Dubà si entra sulla strada 9, strada di grande comunicazione, ma il traffico è comunque molto tranquillo e non mi crea problemi. I problemi sono le continue salite e discese che ancora una volta accumulano fatica. A Ceskà Lipa mi fermo per mangiare qualcosa in una pasticceria che espone delle torte molto interessanti. Non è tardi ma sento la stanchezza e soprattutto il freddo. Il vento non dà tregua, il cielo è nuvoloso e decido di fermarmi. Prima di ritrovare la pianura ci sono ancora almeno 40km di saliscendi, che non riuscirei ad affrontare dopo quelli già percorsi durante la giornata; inoltre clima non è per niente piacevole, per cui dopo il secondo pezzo di torta mi avvio verso un albergo tra quelli contenuti nella mia lista, dopo aver chiesto la strada a due passanti che mi daranno indicazioni opposte, ma alla fine lo trovo.

Villaggio – Czech village

From the Czech capital city you exit climbing a hill. From the hotel I drive to the beautiful historical center for a short tour in the narrow roads, then following the Google Maps directions I find easily the way out, the road to Melnik. It is a medium size road with moderate traffic. I don’t feel very weel and I’m afraid that the hotel air conditioning is the reason of that (I forgot to switch off during the night, very bad). Besides that it is cold and annoying side-front wind keeps blowing. From Melnik again climbings, the road is very beautiful and runs in the green and nice hills if Kokorinsko natural park, an important natural reserve of Bohemia. From Dubà the road joins to n.9, big road but still little traffic. The only problem is the continuous climbing and descents, the fatigue keeps accumulating. I stop in Ceskà Lipa to have some food from a shop where are displayed very interesting cakes. It’s not very late but I feel very tired and the cold wind is still here. The sky is cloudy so I decide to stop. Before finding again flat roads it takes at least 40km of hills, and I could not afford them today. After the second piece of cake I ask for an hotel, it is enough for today.

10 – 6/7: Ceskà Lipa – Guben, 180km


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Mitteleuropa !!!

Sveglia come sempre di buon’ora, mi aspettano gli ultimi 40km di colline e poi, forse, finalmente la pianura, lunga e sconfinata. Almeno così dicono le altimetrie delle prossime tappe. Fino ad ora il viaggio è stato decisamente faticoso. Mi aspettavo un po’ di colline ma non che fossero così distruttive. Oppure sono io che invecchio. Sta di fatto che confrontando le altimetrie di questo viaggio con quelli precedenti, in effetti mai avevo percorso tanti kilometri e tanti giorni su strade così ondulate. Per finire, il mio cambio è più da corsa che da cicloturismo, e forse qualche modifica ai rapporti, che non ho mai fatto per “integralismo ciclistico” (non voglio toccare l’originale Campagnolo Chorus), non farebbe male.
Uscendo da Ceskà Lipa si sale regolarmente fino a Novy Bor, cittadina che si aggira tramite una specie di circonvallazione. Non c’è quasi nessuno per strada, per cui almeno il traffico non è un problema. Sono strappi duri fino a Svor, dove ci si immette sulla strada che conduce in Germania. I due punti più duri sono un po’ più avanti, si sale fino a 600 metri di quota, poi un tratto pianeggiante, quindi si scende di nuovo per 6-7km e si risale sull’ultima durissima rampa, un kilometro e mezzo di rettilineo che si para improvvisamente davanti come a dire “io sto qua, tu fai come credi”. Sembra di vederlo con le mani ai fianchi e un sorrisetto di derisione, che ti guarda mentre tu piccolo piccolo spingi sui pedali a 5km/h sotto il sole. Dopo quest’ultima immane fatica siamo ormai vicini alla frontiera, in Germania la strada avrà ancora qualche saliscendi (ma niente in confronto a quello che è già passato) e poi discesa e lunga pianura in mezzo ai campi o ai boschi. Seguo per NieskyRietschenBad Muskau. La strada B115 è molto tranquilla. Tra Rietschen e Bad Muskau si attraversano dei boschi all’interno di una zona militare, percorrendo 15km nel nulla. Nessun centro abitato, strada dritta e quasi deserta, ai lati solo boschi e ogni tanto un sentiero fangoso con evidenti tracce di cingolato che spariscono tra gli alberi. Ogni 500 metri un cartello avverte che quella è zona militare e qualsiasi cosa che non sia proseguire dritto è verboten. La strada è pianeggiante e finalmente si vola veloce. La media, che durante la mattinata era stata di 16-17km/h arriva finalmente a 22. Dopo la zona militare ricominciano i centri abitati e spesso c’è una pista ciclabile. Bad Muskau è una città di frontiera sul fiume Neisse, come anche Guben/Gubin, città un tempo unita e che fu divisa alla fine della seconda guerra mondiale (metà in Germania e metà in Polonia), dove mi fermo a dormire. Per cena faccio uno strappo alla regola di provare sempre quello che offre la cucina locale. Un abbondante piatto di spaghetti in un ristorante italiano è molto indicato dopo 180km.
In serata un violento temporale. Io sono al riparo in albergo, ma domani dovrò riparitire. Vedremo.

I wake up early as usual, the last 40km of hills are waiting for me, then – maybe – eventually flat road, a long, endless flat road. At least as altitude charts of next days report. So far the journey has been very tiring. I expected some hills but not so destructive. Or maybe I’m getting older. Anyway, comparing altitude profiles of this journey with the previous ones it is clear that I had never run so many days and so many continuous hilly and hard roads. My switchgear is also more suitable for running than for travelling and maybe some modifications to the gears would be useful (I never did it because I would prefear not to touch my original Campagnolo Chorus). From Ceskà Lipa the road climbs regularly to Novy Bor, almost desert. Again hard climbings up to Svor, where the road joins the direction to Germany. The hardest points are a up ahead, you get up to 600 meter above sea level, then some flat road, a descent and eventually the last hardest climb. One kilometer of straight road appears suddendly in front of you like saying “I’m here, you can do as you prefear”. It looks like it is watching at you climbing at 5km/h under the sun, with a mocking smile. After this last incredible effort the border is quite near, in Germany the road has some up-and-downs again but nothing compared with previous route, then a long flat road in the middle of fields or woods. I follow to Niesky-Rietschen-Bad Muskau. B115 road is very quiet. Between Rietschen and Bad Muskau the route runs in a military zone, 15km in the middle of nowhere. No villages, almost desert straight road, aside only woods and sometimes a narrow path that disappears among the trees. Every 500 meters a road sign warns that this is a military zone and everything is verboten, apart going straight. The road is flat and eventually the bike runs fast. The average speed gets 22km/h from 16-17 in the morning. After the military zone again villages and small towns, often a bike trake along the road. Bad Muskau is a border city on the Neisse river, like Guben/Gubin, once one town and now split, half in Germany and half in Poland, after the Second World War. I stop in the German half. For dinner an exception to the usual rule to have local food. This time a big spaghetti dish is very recommended after 180km. Later in the night a strong thunderstorm. I am safe in hotel but tomorrow I shall continue. We will see.

11 – 7/7: Guben – Gartz, 181km


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Ingresso in Polonia a Frankfurt/Oder – Entering Poland from Frankfurt/Oder

La mattina a Guben sembra discreta, il sole si fa spazio tra le nuvole, ma faccio appena in tempo a consumare la colazione e partire che il cielo si copre, fa freddo e scende una leggera pioggerella pungente, intervallata da qualche scroscio più convinto. Mi dirigo verso Eisenhuttenstadt, fino ad un certo punto posso viaggiare sulla strada B112, poi devio su una ciclabile parallela dato che la strada principale diventa a scorrimento veloce. Raggiungo Frankfurt an der Oder, dove si attraversa la frontiera per entrare in Polonia attraversando il fiume Oder. Nel frattempo le condizioni meteorologiche sono migliorate, la strada polacca è buona, poco traffico, solo i camion sono un po’ fastidiosi per via della sede stradale non molto larga, ma complessivamente si viaggia tranquillamente, se si esclude il fatto che c’è un po’ di vento e i mezzi pesanti che arrivano in senso contrario mi sbatacchiano violentemente a causa dello spostamento d’aria. Percorro lunghi tratti in mezzo ai campi, qualche leggera salita dato che la strada si allontana dal letto del fiume. Il tratto prima di Kozstryn na Odra è un infinito rettilineo in mezzo ai campi, seguito ad una zona di totale solitudine, ci sono solo io per strada. Seguo la strada 31 in direzione Szcsecin (Stettino) di cui ci sono già le indicazioni – se c’è una cosa chiara e ben fatta in Polonia sono sicuramente i cartelli stradali. Attraverso l’inquietante villaggio di Mieszkowice, che sembra una città fantasma del Far West, poi tra campi o foreste fitte, sempre da solo in kilometri di strada. Vado abbastanza forte, forse arriverò a Stettino, anche se è ancora piuttosto lontana.
A Choina, su consiglio di un abitante del luogo cui chiedo informazioni sulla strada che mi aspetta decido di seguire un percorso che mi riporterà temporaneamente in Germania. Per arrivare a Stettino ci sono due principali alternative; quella che mi accingo a percorrere attraversa due località nelle quali so per certo esserci degli hotel/pensioni, mentre lungo l’altra direttiva la mia lista di hotel non prevede nulla fino a Stettino. Passo di nuovo la frontiera Krasnik Dolny/Schwedt, dove mi immetto sulla bellissima pista ciclabile dell’Oder che mi porterà a Gartz, costeggiando il fiume nella pace più assoluta, e percorrendo l’ultimo tratto in una fitta boscaglia. A Gartz mi fermo presso una piccola pensione a gestione familiare; per Stettino ci sono ancora almeno 25km e i 180 già fatti per oggi possono bastare. Cenerò con uno spettacolare pesce di fiume, chiacchierando un po’ con una coppia di cicloturisti tedeschi che stanno esplorando i Länder dell’ex DDR (ci troviamo in Pomerania), che per loro – abitanti dell’ovest – sono un mondo nuovo.

Lungo il fiume Oder – Along the Oder river

The morning in Guben looks not bad, the sun appears among the coluds, but I just have my breakfast and the sky is again cloudy, again cold and a little rain falls, with some showers from time to time. I run to Eisenhuttenstadt, for a while on B112, then on a parallel bike track. I get Frankfurt/Oder, the border to enter Poland. Meanwhile the weather got better, the Polish road is fine, little traffic. Just lorries are rather annoying, because the road is not very wide and the airflow shakes me every time. I run between fields, some light cimbs since the road veers off the river area. Up to Kozstryn na Odra an endless straight road with fields aside, travelling totally alone. I follow the road 31 to Stettin that is already indicated on road signs – they are very good, clear and big in Poland. I pass through the misterious village of Mieszkowice, that looks like a dead village of Far West, then fields or forests, always alone on long kilometers. I run quite fast, maybe I can get Stettin though it is still rather far. In Choina a local man advices me about the road to get Stettin. There are two possible routes; the one I’m going to take runs through two villages where I sure will find an hotel if needed (I already have addresses on my list), on the other road I have no information about hotels. I cross again the Krasnik Dolny/Schwedt border and enter the beautiful Oder bike track that will take me to Gartz along the peaceful river.
In Gartz I stop in a family pension, Stettin is about 25km far from here and 180km today are enough. I will have a very tasty fish for dinner, talking with two German cyclotourists who are exploring the former-DDR Laender (we are in Pommern now). They are from west-Germany so this is a new world they had never seen.

12 – 8/7: Gartz – Szczecin – Goleniow, 97km


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Nuvole minacciose – Stormy clouds

Parto presto come al solito, il tempo è sempre molto variabile: sole, nuvole, pioggia, ma la costante è il vento freddo, che per lo meno è a favore ma dà lo stesso abbastanza fastidio. Per uscire da Gartz bisogna percorrere alcuni km di una bella strada di pavè e blocchi di pietra, sicuramente storica e pregevole, ma un supplizio per le mie ruote. Vado pianissimo, unica consolazione dei campi di grano di un giallo spettacolare e scintillante (che non ho fotografato perchè troppo concentrato ad evitare le buche del pavè, ma ripensandoci a mente fredda mi dispiace). Finalmente torna l’asfalto, raggiungo la frontiera e rientro in Polonia seguendo di nuovo i cartelli verso Stettino. La strada è tranquilla. Arrivo finalmente ai margini della grande metropoli alle porte del Baltico. Grande entusiasmo. Attraverso il centro e mi dirigo verso i sobborghi periferici in direzione Goleniow, tramite una strada minore quasi deserta ma ben segnalata, che avevo già individuato sulle mie mappe. C’è vento, il cielo è di nuovo nuvoloso e a Goleniow mi fermo a mangiare qualcosa. La via più diretta per il Baltico prevede 40km su una strada a scorrimento veloce e non percorribile in bici. L’alternativa è una stradina che si infila in un bosco solitario, approssimativamente parallela alla via principale. Niente e nessuno in giro, solo dei piccolissimi villaggi, costituiti letteralmente da quattro case, separati da kilometri di nulla in cui a destra e a sinistra c’è solo la foresta. Fa freddo e ad un certo punto inizia a piovere. La strada fino al prossimo centro abitato di una certa dimensione è ancora lunga, non meno di 20-25km. Ne ho fatti 7 da Goleniow ma non me la sento di proseguire, sopraggiunge improvvisamente una grande stanchezza e un senso di solitudine inquietante che improvvisamente mi pesa moltissimo. La continua fatica e il freddo dei giorni precedenti, accumulati sulle colline di Germania e Repubblica Ceca, vengono fuori improvvisamente. Giro la bici e torno a Goleniow, dove trovo un albergo. Resterò due giorni in attesa di vedere come volge il tempo, che persiste ad essere vento, pioggia, sole (poco), pioggia, vento… Le previsioni alla tv polacca non promettono miglioramenti stabili nell’immediato. Mi sento raffreddato e ho l’impressione che mi stia per venire il mal di gola. Non si può viaggiare in bici se non si è perfettamente in forma, principalmente perchè si percepiscono i propri limiti, che invece devono restare mentalmente lontani. Si deve cioè avere la sensazione di poter andare dovunque senza sforzo. Se manca questa condizione finisce tutto. Decido che è meglio tornare a casa. Il giorno della partenza da Stettino la mattinata inizia serena ma in poche ore il cielo si coprirà completamente e il vento sarà di nuovo molto fastidioso durante l’attesa del treno alla stazione Glowny. Prenderò un treno per la Germania che passa da Amburgo e Hannover. Rivedrò il sole solo diverse centinaia di kilometri più a sud, prima di arrivare a Francoforte.
Finisce qui, un po’ mestamente, l’avventura baltica. Ma il discorso è solo temporaneamente interrotto. Tornerò.

I leave Gartz quite early. The weather is as usual very changeable: sun, clouds, rain, but the constant is the cold wind. It is tailwind but still annoying. To exit Gartz there are some km on a beautiful roads of pave and stone blocks, sure a precious historical pavement but extremely hard for my running wheels. I proceed very slowly, the only positive point is a shining yellow corn fields aside. Eventually the asphalt surface is back and I can go as usual. I get the border to Poland following the Stettin road signs. The road is very quiet. I reach the big city, the Baltic sea is few steps away. Great enthusiasm.
I pass through the city and take the way out to Goleniow on a minor road almost desert but very well signed on maps. It is windy, the sky is again cloudy and I stop in Goleniow to have some food. The direct way to the Baltic runs 40km on a fast road forbidden to bikes. The alternative is on a narrow road in the middle of a lonely forest, approximately parallel to the main road. Nothing and nobody around, only smallest villages that are actually four houses, separated by kilometers of forest. It’s cold and starts raining. The road to the next city is long, not less than 20-25km. I have already covered 7km in the forest but I suddendly feel a great tiredness and sense of lonelyness. The continuous fatigue and cold weather of the last days, accumulated on the German and Czech hills, suddendly appears heavily in my body and in my mind. I turn the bike and go back to Goleniow where I find an hotel. I wait for two days to see how the weather is going to turn, but nothing change very much: wind, sun (little), rain, wind… The weather forecast on Polish tv do not promise any good change very soon. I feel a cold and seems a throatpain is coming. You cannot travel on bike if you do not feel perfectly healty. You must not feel your limits, otherways there is no possibility to continue. I decide to go back home. The day I left Stettin the morning is fine but in few hours the sky will be again cloudy and the wind will keep to be very annoying. I take a train to Germany passing through Hamburg and Hannover. I will see again the sun hundreds kilometer south, before getting Frankfurt.
So the great Baltic trip stops here, but it has been just temporarily interrupted. Someday I will come back to continue the adventure.