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“È nella terza di queste piaghe che veramente diffama la Sicilia e in patticolare Palemmo agli occhi del mondo… ehh… lei ha già capito, è inutile che io glielo dica… mi veggogno a dillo… è il traffico! Troppe macchine! è un traffico tentacolare, vorticoso, che ci impedisce di vivere e ci fa nemici famigghia contro famigghia, troppe macchine!.”. Così parla lo zio di Johnny Stecchino.

In Sicilia se togliete “il traffico” rimane il paradiso. Questa è la conclusione dopo aver terminato il periplo della costa, 1011km in 8 giorni tra mare, palme, macchia mediterranea, arte e sapori. Dalle grandi città (Palermo, Catania, Messina), ai borghi marinari (Cefalù, Castellammare del Golfo, Marsala) al distretto del barocco (Comiso, Ragusa Ibla, Modica, Noto), all’antichità classica (Selinunte, Agrigento).  Arte e storia in una natura che non è esagerato definire da giardino dell’Eden.

Il tutto condito con l’olio della parmigiana, il pesce fresco e i dolci più buoni del mondo, ed accompagnato dal suono della (mia) lingua madre, di cui mi sono nutrito avidamente ad ogni sosta parlando con la gente del posto, la cui cordialità non è solo leggendaria ma normale realtà quotidiana.

Il traffico, quello vero, a parte qualche breve tratto attraversando i centri abitati più grossi e qualche troncone delle statali principali (SS113, SS114, SS115) in cui scorre più veloce del solito (ma sempre molto moderato), è stato scarso o scarsissimo se non a volte del tutto inesistente.

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