1 – 2/7: Bergamo – Fidenza, 125km


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Fidenza

Fidenza

Il viaggio inizia anche questa volta da casa, come è abitudine da qualche anno. La novità è che partecipa anche Bikermary, con cui ho condiviso migliaia di km negli ultimi anni in bici da corsa, e che a forza di instillarle pulci nell’orecchio con i racconti dei miei viaggi precedenti ha deciso di provare anche lei l’ebrezza del viaggio in bici, del giro a tappe alla scoperta di cosa c’è dopo la prossima curva, e non ultimo, dei vestiti lordi e fetenti, riciclati e lavati (forse) in modo approssimativo.
Ci dirigiamo nella bassa bergamasca; Ghisalba, Martinengo, Romano di Lombardia. Per ora siamo ancora sulle strade di casa, per quanto questa sia una zona poco o niente battuta dalle nostre escursioni in quanto la “bassa” generalmente non ci interessa, troppa pianura d’estate e troppa nebbia d’inverno. Arriviamo a Soncino, ridente borgo in provincia di Cremona, noto per la pregevola Rocca Sforzesca e ricco di altre vestigia del passato, che puntualmente ci perdiamo in blocco. Seguiamo la strada per Cremona e ci fermiamo per una breve pausa pranzo nel cortile di un condominio il cui unico motivo di interesse è costituito da una fontanella al centro e i portici all’ombra tutto intorno. Mangiamo le nostre frugali vettovaglie e ripartiamo alla volta di Cremona. Non ci sono grandi cose interessanti da vedere, per quanto l’attraversamento della Pianura Padana sia tutto sommato meno noioso rispetto all’anno scorso: non solo campi di granturco, ma anche curve ed alberi, il che aiuta a non assopirsi. A Cremona attraversiamo il Po sulla corsia pedonale del lungo ponte il cui fondo è fatto di una griglia metallica che rumoreggia sinistramente sotto le nostre ruote e attraverso la quale si vede l’acqua sotto di noi, con un effetto non propriamente piacevole per chi soffre di vertigini come me. Proseguiamo per Villanova d’Arda e Busseto, attraversando i luoghi verdiani e la zona d’origine di Giovannino Guareschi, creatore delle storie di Peppone e Don Camillo (uno dei paesi attraversati è gemellato con il paese d’origine dell’attore Fernandel).
La strada per Fidenza è la 588 e da Cremona a Busseto è più interessante di quella già percorsa. Il traffico è modesto, si viaggia tranquillamente e lo stesso è stato per l’intera giornata. Arriviamo a Fidenza e ci sistemiamo in albergo, per poi fare una passeggiata in centro e concludendo la serata con un piatto della cucina locale e una bella pizza (ciascuno, abbiamo fame).

2 – 3/7: Fidenza – Bologna, 144km


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via Emilia

via Emilia

Prendiamo la SS9 via Emilia fino a Parma, è domenica mattina, non c’è molto traffico e ci possiamo avventurare su questa grande arteria che fu costruita dai Romani e adesso è tra le più trafficate d’Italia. Un lungo rettilineo di un centinaio di km, con qualche curva di tanto in tanto. Arrivati a Parma deviamo verso la primissima collina, passando per Montechiarugolo, Montecchio Emilia e Cavriago su strade secondarie dal traffico scarsissimo che ci riportano a Reggio Emilia. Pausa pranzo per assaggiare il celebre gnocco fritto e riprendiamo verso la collina per girare attorno a Modena attraverso Scandiano, Sassuolo e Vignola. A Sassuolo la nostra strada si infila nella superstrada Pedemontana, che sulle mie vetuste cartine fotocopiate da un atlante del 1991 non è neanche segnata. Ci troviamo lanciati a nostra insaputa su un’arteria a scorrimento veloce e ne usciamo al primo svincolo disponibile alle porte di Sassuolo, in corrispondenza di un cantiere periferico con indicazioni ancora provvisorie. Fortunatamente troviamo una gentile signora che lavora presso un centro di soccorso della zona, la quale ci soccorre con dell’acqua fresca e le istruzioni per riprendere la vecchia strada. Dovendo lei fare delle commissioni in zona si offre di guidarci con la macchina fino alla strada giusta, la SS467 per Maranello e quindi la 569 per Vignola, riportandoci in direzione Bologna verso la quale ci dirigiamo attraversando i noti abitati di Zola Predosa e Casalecchio di Reno, non trascurando i meno noti ma non per questo meno pregevoli Doccia e Muffa. La strada per Vignola è bella e si incontrano ad ogni passo venditori di ciliege e frutta in genere. In un prato scorgiamo uno stormo di splendidi uccelli bianchi posati sull’erba, simili ad aironi. Gli ultimi km per Bologna saranno un divertente falsopiano in discesa fino all’imbocco della tangenziale, da cui usciamo per gli ultimissimi giri di pedale fino al centro della città dove ci accomodiamo presso un pittoresco Bed & Breakfast dall’arredamento non propriamente sobrio, ma molto accogliente e gestito con grande cortesia da un ragazzo campano. A Bologna trascorriamo la serata davanti ad un bel piatto di pasta e al finale del film “Fronte del porto” proiettato all’aperto in Piazza Maggiore.

3 – 4/7: Bologna – Firenze, 122km


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Appennino tosco-emiliano

Appennino tosco-emiliano

Oggi si attraversa l’Appennino Tosco-Emiliano. Il pittoresco Bed & Breakfast di Bologna fornisce non solo una colazione adeguata all’impresa ma anche un supplemento di cornetti e panini da portare via e consumare lungo la strada. Fino ad ora non dico che si sia scherzato, ma è stato tutto abbastanza facile e pressochè pianeggiante. Dal centro di Bologna torniamo qualche km indietro verso Casalecchio per riprendere la strada Porrettana SP64 che seguiamo fino a Sasso Marconi. In certi tratti sembra un’autostrada e probabilmente ci manca poco, nel senso che forse abbiamo preso (sempre a nostra insaputa) il “Raccordo autostradale Sasso Marconi – SS64 Porrettana“, ma il traffico è inesistente e la denominazione ufficiale della strada poco ci interessa; si viaggia vicinissimi all’autostrada, pedalando comodi sulla corsia di emergenza; Bikermary allieta il nostro procedere con frizzi e lazzi di ogni genere e la leggera pendenza neanche si sente. Finalmente si raggiunge un grande svincolo che ci porta dritto alla vecchia strada SP325, la quale si inerpica sull’appennino passando per Castiglione dei Pepoli. La salita sarà molto facile tranne gli ultimi 2-3km prima dello scollinamento. Il traffico è scarso e si viaggia bene, fa fresco, il cielo è semicoperto e non si patisce più di tanto la salita. Il paesaggio è tipicamente collinare, siamo nel cuore dell’appennino fatto di dolci colline verdi. Arrivati quasi in cima si lambisce l’abitato di Castiglione dei Pepoli senza attraversarlo. Gli ultimi 2-3 km sono davvero duri, le pendenze diventano serie (7-8% con qualche strappo anche più ripido) e la fatica accumulata si fa un po’ sentire. Dopo un tratto in piano inizia una bella discesa veloce che ci porta in Toscana, a Prato, dove la nostra strada si infila automaticamente nella tangenziale di Firenze da cui sembra non esserci via d’uscita. Percorriamo 15km di follia insieme alle auto incolonnate e ai TIR, tirando fuori un’energia residua che non avremmo mai detto, con tirate a 35-40 all’ora per fuggire il più presto possibile da quel delirio. Riusciamo ad evadere a Sesto Fiorentino e ad un incrocio chiediamo lumi ad una signora, la quale suggerisce: “se volete arrivare presto c’è la superstrada“. Grazie signora, ma più che presto vogliamo arrivare vivi. Le istruzioni della signora per una via alternativa si rivelano perfettamente corrette e ci inoltriamo verso la città, non senza qualche ulteriore intoppo rapidamente superato. Ci fermiamo comunque in periferia dato che pare ci sia in programma   il concerto di una nota rock band anni 80 che ha deciso di riunirsi dopo due decenni di silenzio – con tutti i posti che ci sono nel mondo e con 365 giorni disponibili all’anno, e tutti gli anni da qui all’eternità – proprio oggi e proprio a Firenze, per cui il centro è intasato dal traffico (così ci viene riferito). Trascorro la serata a cena con amici del posto conosciuti qualche anno fa ad una manifestazione di viaggiatori. Bikermary preferisce riposare in albergo.

4 – 5/7: Firenze – Greve in Chianti, 34km


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Chianti

Chianti

Firenze si sveglia sotto la pioggia. Non è molto forte ma non invoglia di certo a mettersi in viaggio. Siamo anche un po’ affaticati dai giorni precedenti: per esperienza so che il quarto giorno è sempre critico e anche stavolta non fa eccezione. Attendiamo fino alle 11, poi il cielo si apre e decidiamo di partire e avventurarci in direzione Siena. Ci inoltriamo lungo l’Arno attraversando (come potevamo mancare) il cuore romantico e pulsante della città, Ponte Vecchio, venendo immortalati nel giro di pochi minuti in almeno duecento fotografie di turisti, foto che faranno il giro del mondo. Lasciamo il cuore pulsante della città procedendo verso la periferia alla ricerca della via Chiantigiana (SR222), rischiando per un attimo di infilarci senza ritorno sulla mortale superstrada Siena-Firenze. Trovare la via giusta sarebbe facile, se solo ci fosse un cartello che la indica. E’ spesso così; chissà se chi mette i cartelli sulle strade si rende conto che le frecce servono per chi non conosce i posti, non per chi li conosce già.
All’inizio della Chiantigiana ci fermiamo in un bar a mangiare un buonissimo pane nero con pomodori e mozzarella, che almeno sul momento ci rinfranca (ma forse poi si farà sentire contribuendo alla debacle di oggi). La strada è subito molto bella ma noi iniziamo a sentire la fatica, oltre ad essere un po’ preoccupati per l’impegnativa altimetria della giornata. In breve arriva la crisi. Facciamo solo 35km e due scollinamenti che ci mettono a dura prova. Dopo Greve in Chianti ce ne aspettano altri due molto più impegnativi e temiamo di restare in mezzo al nulla senza possibilità di pernottare, con salite sia per andare avanti che per tornare eventualmente indietro. In realtà nella zona ci sono numerosi agriturismi e strutture alberghiere per cui quello non dovrebbe essere un problema, ma la fatica c’è ed è un problema reale, e soprattutto non riusciamo più a valutare oggettivamente la situazione a causa della stanchezza. Forse sarebbe stato meglio restare a Firenze e fare un giorno di riposo, ma ormai che siamo per strada dobbiamo risolvere in qualche modo. Troviamo un B&B e decidiamo di fermarci per fare una mezza giornata di relax; vedremo nei prossimi giorni come recuperare la strada che avremmo dovuto percorrere oggi. La sera a cena non riuscirò ad assaggiare la famosa bistecca fiorentina perchè bisogna ordinarne una quantità abnorme e Bikermary in questo non mi aiuta. Il vinello del Chianti invece lo assaggiamo e fa veramente un bell’effetto: sarà questa la prima sera in cui riuscirò a dormire veramente bene.